Il primo quartiere fortificato di Treviso: «Si vive blindati per paura lo Stato dia segnali forti»

Il sociologo Bettin: «Ci vuole un’aggravante per chi entra nelle case a rubare Il rischio è che spuntino sempre più fortilizi e business legati alle nostre ansie»
conferenza BETTIN conferenza BETTIN
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TREVISO. «Stiamo diventando come gli americani: stiamo alzando i muri per paura. È la strada già seguita in diverse zone degli Stati Uniti: nei quartieri residenziali di Los Angeles, in Florida ancora di più».

Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, commenta così il caso del muro di Santa Bona.

Bettin, che ci sta succedendo?

«La gente alza il muro per paura delle intrusioni in casa di chi vuole rubare. È un fenomeno più rilevante emotivamente di quanto non lo sia statisticamente, ma comunque non è meno impressionante per chi lo osserva rispetto a chi è vittima della criminalità di tipo predatorio, sia di piccola taglia che media, che negli ultimi 15 anni ha segnato la storia del Nordest».

Si alzano i muri eppure le forze dell’ordine dicono che i reati sono in calo.

«Gli episodi gravi, come quello di Gorgo, non sono tanti eppure oggi il loro impatto sociale è enorme, sembrano molti di più. E quindi anche chi non ne è stato toccato pensa che la prossima volta possa toccare a lui, perché è un vicino delle vittime o comunque ne ha sentito parlare. Oppure perché la vittima ha una casa simile alla sua, la casa singola tipica del Nordest, la schiera di villette. Ma a creare un clima di paura è soprattutto una esperienza più frequente, capitata a molti, appunto l’intrusione in casa per rubare, anche senza violenza fisica. Ma con una forte violenza all’intimità delle persone, che colpisce molto in profondità».

E così la gente si blinda, arriva a tenere armi in casa.

«Succede proprio perché sono troppo lievi le pene per i reati predatori, per chi entra nelle case. Per questo sarebbe opportuno che lo Stato desse un segnale di attenzione per questo tipo di reati che colpiscono molto in profondità le persone, le famiglie, aggiungendo un’aggravante alla pena, che non va commisurata solo al danno materiale ma appunto a quello della violazione dell’intimità».

Altrimenti dilagherà la percezione di insicurezza.

«Esatto. E qualcuno la trasforma in un business, quello della sicurezza. Ma così la società, la comunità tutta prende una deriva che va a ricreare anche i fortilizi, come quello di Santa Bona».

Un fenomeno quindi destinato a crescere anche da noi, quasi un ritorno al borgo medievale con la cinta muraria e il ponte levatoio.

«È un fenomeno sicuramente destinato a crescere anche da noi. Negli anni scorsi, quando la produzione era tutta in calo per la crisi economica, comunque ciò che era in crescita era la produzione dei sistemi d’allarme per le singole case; ora invece si crea anche una organizzazione delle piccole aree, che vengono quasi militarizzate in funzione della difesa, e questo viene venduto dai costruttori come un optional importante, che valorizza il nuovo».

 

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