«Il pilota fantasma? Lo sto cercando anche io»
Parla il Barone Rosso Giancarlo Zanardo: «A quell'ora dormivo»

A sinistra Giancarlo Zanardo sul Flyer storico e la sua copia dell’aereo di Francesco Baracca
SUSEGANA.
«Non sono io il pilota dell'aereo fantasma, comunque grazie per la pubblicità». Usa l'ironia Giancarlo Zanardo, 72 anni, famoso pilota e costruttore di aerei d'epoca. Dall'alto della sua esperienza accetta di commentare la quasi collisione tra un biplano verde della prima guerra mondiale e un elicottero, lunedì all'aeroporto Gino Allegri di Padova. Tra i «sospettati» c'era anche Zanardo, il numero uno in Italia degli aerei storici. Una collezione con i fiocchi a Nervesa, 52 anni di volo, per tutti il Barone Rosso per via del suo splendido triplano Fokker Dr. I, lo stesso usato nella grande guerra dall'asso Manfred Von Richthofen. «Sto facendo delle ricerche in profondità per sapere chi è quel pilota fantasma», prosegue l'esperto assumendo un tono preoccupato. «Ha fatto un errore che un pilota serio non farebbe mai».
Ma lei ha qualche idea su chi possa essere?
«Di biplani verdi qui in zona ce ne sono due. Uno è senza ruote e non poteva sicuramente volare. Il pilota dell'altro era all'estero. Quanto al mio aereo è rosso».
Quello del Barone Rosso, appunto. Escluso dunque che il pilota fantasma sia lei, chi è allora?
«Altri aerei che conosco non mi pare rispondano alle caratteristiche descritte sul giornale. Sempre che sia attendibile la dichiarazione fatta dal pilota dell'elicottero. Ho provato a contattarlo per avere maggiori dettagli».
Secondo lei come sono andate le cose? Può essere che quel pilota abbia spento il trasponder?
«Anche questo dato non mi quadra. Il trasponder è una trasmittente che manda un segnale a terra a un controllore. Questo gli dà un codice e identifica il tipo di aereo».
Intende dire che quel biplano non doveva avere il trasponder?
«Questo è il problema. Di quale tipo di aereo stiamo parlando? E' un velivolo che rientra nell'aviazione generale o un ultraleggero? Gli ultraleggeri non montano il transponder, questo è certo. Allo stato delle mie conoscenze dell'episodio, non so se la questione del trasponder sia un fatto accertato o solo un discorso di fantasia di qualcuno poco esperto di aeronautica».
Ma da quanto ha potuto capire che idea si è fatta?
«Ho parlato con i controllori di volo. E sto cercando il pilota dell'elicottero per capire meglio. Se permette devo anche tutelarmi. E' stato chiamato in causa un aereo della prima guerra mondiale e io sono il numero uno del settore in Italia. Mi hanno già telefonato per chiedermi se ero andato a Padova con il mio aereo. Io alle nove di mattina sono ancora a letto, mica vado in giro con il triplano».
Per volare con un aereo storico quali autorizzazioni sono necessarie?
«Prima di tutto occorre il brevetto di pilota. Bisogna poi che il velivolo risponda ai requisiti di navigabilità, che abbia il libretto di volo e di manutenzione. Quindi va preparato il piano di volo che deve essere comunicato all'Ente di controllo. Quando si è in aria, c'è l'obbligo di contattare vari enti. Per andare a Padova, per esempio, dovrei prima contattare Treviso avvicinamento, poi Padova informazioni. E se mi avvicino a cinque miglia da un aeroporto ho l'obbligo di contattarne la torre di controllo».
Tutte cose che il pilota fantasma non ha fatto.
«O è un bandito o si era perso e non sapeva dov'era. Può anche essere che si tratti di un pilota che veniva dall'estero. Oggi c'è la possibilità di attraversare i confini senza fare scali doganali. Sono comunque ottimista: secondo me verrà fuori».
Zanardo, quanti sono gli appassionati di volo in provincia di Treviso?
«Credo siano circa duemila. Gli appassionati si ritrovano di solito attorno alle aviosuperfici. Ce ne sono a Salgareda, San Stino di Livenza, Caorle, l'area 51 nella zona di Venezia e altre. Ci sono campi di volo dove si fa scuola, altri dove si fa turismo. Il mio a Nervesa fa solo esposizione di aeroplani storici.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video