Il Piave fa ancora paura «Pericoloso come nel ’66»

Il Piave è pericoloso quanto lo era nel 1966. In questi anni i grandi interventi strutturali necessari per la messa in sicurezza non sono stati fatti». E’ Luigi d’Alpaos, ordinario di idraulica dell’università di Padova, a lanciare l’allarme sul rischio alluvione in Veneto. Lo ha fatto ieri, a 45 anni esatti dall’esondazione del Piave del 1966 (era il 4 novembre) e il giorno dopo la catastrofe che ha colpito Genova. Applauditissimo il suo intervento all’auditorium del Sant’Artemio che ospitava il convegno «Rischio idraulico e geologico in provincia di Treviso». «L’alluvione che si è verificata l’anno scorso in Veneto ha suscitato grande attenzione – dice D’Alpaos – Mi auguro che non vada a finire come 45 anni fa. Allora si disse che era necessario trovare una soluzione ai problemi. Ma non si è fatto nulla». Il docente cita i dati del disastro dell’epoca: a Nervesa, ad esempio, il Piave ha una portata massima di 3000 metri cubi d’acqua e ne dovette sostenere invece 4.850. «E’ su queste cifre che dobbiamo ragionare», dice. Critica le ipotesi di casse di espansione «improvvisate» lungo il Piave avanzate dopo l’alluvione dello scorso anno (ed è qui che scatta il primo applauso spontaneo del pubblico), soluzioni peraltro «poco efficaci» vista l’entità della piena e dell’alluvione che si sono verificate nel 1966. «Le casse di espansione inoltre non sono neutre dal punto di vista ambientale, vista la quantità di ghiaia da esportare», continua D’Alpaos. Da qui le soluzioni, peraltro le stesse (con qualche variazione) cui era giunta la commissione ministeriale De Marchi istituita nel 1974 per scongiurare il ripetersi di alluvioni come quelle del 1966: due invasi sul Piave a Falzè e Ciano del Montello. E così sul Livenza: servono tre invasi. Il professore critica il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nei giorni scorsi, commentando la tragedia in Liguria, ha parlato di «tributi molto dolorosi che paghiamo a quelli che sono i cambiamenti climatici». «In realtà siamo vittime di quello che è stato fatto in questi anni», ribatte l’ordinario di idraulica.
E’ intervenuto anche il geologo Vittorio Fenti, sottolineando come la frammentazione degli enti (Regione, autorità di bacino e consorzi di bonifica) in materia di sicurezza idraulica e geologica contribuisca a complicare la soluzione dei problemi. Infine i dati sugli interventi effettuati dal genio civile negli ultimi dieci anni: sono stati investiti per il Piave 9,1 milioni di euro per 33 interventi di manutenzione e miglioramento. Sul Livenza 23,6 milioni di euro, per un totale di 66 interventi.
Laura Canzian
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