Il pianista, il geologo e l'inventore: i pionieri dei droni

Tre amici legati a doppio filo da un’unica grande passione: l'Apr ovvero l'Aeromobile a pilotaggio remoto
Da sinistra Mario Pizzolan, Stefano Dallan e Paolo Cremasco
Da sinistra Mario Pizzolan, Stefano Dallan e Paolo Cremasco

Un inventore di Castelfranco, un geologo di Istrana, un musicista di Piombino Dese scopertosi tecnico informatico. Tre amici legati a doppio filo da un’unica grande passione: l'Apr ovvero l'Aeromobile a pilotaggio remoto, quello che sta spopolando con il nome di “drone”. Eppure all'inizio della loro storia, nel mondo civile italiano, nessuno o pochissimi sapevano di cosa si trattasse. Erano gli albori del nuovo millennio e Paolo Cremasco,oggi 53 anni, Mario Pizzolon, 52 e Stefano Dallan, 47, già sognavano a modo loro la conquista della terra vista dall'alto.

Smontavano rudimentali playstation, recuperavano joystick, barattavano motori di piccoli elettrodomestici, assemblavano tubetti di leggerissimo alluminio a piccole telecamere e creavano i primi droni. «In Italia», raccontano, «c’era il nulla. Ci facevamo arrivare i libretti con le istruzioni dalla Germania e costruivamo i nostri robottini volanti». Tanta fantasia per dare risposta a nuove esigenze, accompagna ta da conoscenze tecniche e una buona dose d’intraprendenza ed ecco le loro prime creazioni, rudimentali ma funzionanti. Prime per loro e non solo. Nel resto d'Italia erano pochissimi i pionieri di questa nuova avventura volante: un gruppo nato da poco Roma e, nel Nordest, sicuramente loro. Paolo e Stefano si conoscevano per quel comune amore per l’aeromodellismo. Mario, il geologo, aveva bisogno di uno strumento per controllare il movimento di una grande colata di fango in Alpago. E così costruì il suo primo drone in legno con rotore e macchina fotografica, capace di sorvolare la terra franata scivolando sull'acqua, e scattare immagini utilissime per il suo lavoro.

Era il 2007, un’eternità fa per la rapida evoluzione del mondo dei droni. Per i tre amici non era certo un gioco. Stefano ne ha poi fatto il suo lavoro: ha aperto un laboratorio per la costruzione di droni in via Piave a Piombino Dese. «Faccio il progetto in base alle esigenze del cliente», racconta, «preparo le componenti e poi le monto. Anche quattro giorni di lavoro e quattromila euro di costo per i più tecnologici». Mario ne ha fatto uno strumento fondamentale per la sua attività di geologo. «Con il drone faccio riprese video dall'alto», spiega, «garantendo rilevazioni alquanto precise». Paolo li pensa, li costruisce e li mette a disposizione per attività di protezione civile, a supporto delle forze dell'ordine. Con il suo furgone, una sorta di sala operativa mobile, moderno antro di uno stregone tecnologico, ha partecipato alle ricerche di Marianna Cendron, per esempio.

Dall'inizio di acqua ne è passata sotto i ponti, tutti ora s'inventano costruttori e piloti di droni. Le leggi si sono fatte stringenti, in alcuni casi sin troppo, ma loro conservano intatti curiosità ed entusiasmo degli albori quando erano davvero i pionieri dei robottini volanti. «Sono strumenti dalle potenzialità incredibili», ammette il geologo di Istrana, «Possono essere impiegati in mille usi: dall'agricoltura di precisione al controllo degli impianti fotovoltaici, alla sorveglianza dei siti archeologici, alle fantastiche riprese di città e paesi “sfiorando”, si fa per dire, i tetti....». Il piccolo mondo quotidiano se ne sta accorgendo, ma per i tre amici di allora e di oggi rimane il gusto pionieristico della conquista dell'insolita visione della terra vista dal cielo.

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