Il paese dei due Tintoretto Porte aperte e visite guidate

Grazie alla collaborazione tra parrocchia, pro loco e commercianti del paese le due tele conservate nella chiesa parrocchiale saranno valorizzate
ferrezza agenzia fotofilm meduna di livenza la chiesa
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C’è un paese con meno di tremila abitanti che conta ben due Tintoretto. Si trovano nella chiesa parrocchiale del paese e una singolare alleanza tra il parroco e la pro loco ha deciso di promuoverne la conoscenza al pubblico.

Venerdì 3 agosto, durante «E...state in piazza», la chiesa sarà aperta per tutta la sera e uno storico locale, Mauro Fasan, condurrà i visitatori alla scoperta delle due straordinarie tele: la prima raffigurante un’Ultima Cena, la seconda una Madonna e i santi. L’anno scorso a visitare le tele furono in centocinquanta, quest’anno si punta almeno al raddoppio.

«E' un' iniziativa nata per creare unione e collaborazione tra i volontari e i commercianti del Comune di Meduna - spiega il presidente della pro loco Arnaldo Pitton - durante l'evento vogliamo dare risalto alla cultura, non solo attraverso la musica e i balli, ma anche mostrando le gemme rare del nostro territorio, le due tele del Tintoretto come abbiamo fatto per la precedente edizione e con la collaborazione del sindaco gli affreschi dell'ala nord del municipio».

Meduna vanta appunto due tele dell'artista veneziano Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, un sopranome derivante dal lavoro del padre tintore di stoffe.

La prima tela, realizzata nel 1545, fu realizzata per la riconsacrazione della chiesa di S. Giovanni Battista e commissionata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, su intermediazione della nobile famiglia veneziana dei Michiel. Lo stile dell'opera pittorica rispecchia perfettamente quello del Tintoretto di quella fase della sua vita artistica. Per la pala d'altare raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e i santi Giuseppe e San Giovanni la paternità è certa. Una scoperta venuta alla luce nel restauro del 1994, che ha riportato al suo antico splendore la tela. Quest'ultima era stata pesantemente ridipinta i primi anni del '700 dopo la cacciata della famiglia Michiel da parte dei medunesi, a causa, secondo la tradizione, di un loro malgoverno, scomparendo dalla storia di Meduna.

Una “damnatio memoriae” che aveva cancellato

le tracce di questa famiglia ed anche dei suoi meriti per il paese. Grazie al restauro sappiamo che fu la famiglia nobile a commissionare l'opera all'artista veneziano. Il 29 aprile scorso sono passati 499 anni dalla nascita di Jacopo Robusti, soprannominato anche il “furioso” per il suo carattere forte e l’uso drammatico della luce e della prospettiva. Un bene inestimabile per Meduna che potrà essere consultato il 3 agosto. —



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