Il mondo si rovescia: i kiwi da Giavera all'Australia

GIAVERA. Una azienda agricola di Giavera, la Kiwiny Green dei fratelli Philipp e Manuel Breitenberger, vende kiwi agli australiani. Cosa strana se si pensa che la pianta del kiwi in Italia è arrivata dalla Nuova Zelanda ancora negli anni Settanta, e che la Nuova Zelanda dall'Australia dista in proporzione due passi. Invece è proprio così. Grazie a un accordo tra la Kiwiny Green di Giavera del Montello e il Premier Fruits Group di Melbourne, negli scaffali australiani saranno presto a disposizione dei consumatori i kiwi coltivati in Veneto. La prima consegna di frutti italiani è avvenuta alla presenza del console generale d’Italia a Melbourne, Marco Maria Cerbo, che ha favorito la creazione del contatto tra l’azienda del nostro Paese e quella australiana. Il Premier Fruit Group, peraltro, è guidato da un imprenditore orgoglioso delle proprie origini italiane e abruzzesi: si tratta di Anthony Di Pietro, che è anche presidente della squadra di calcio di Melbourne, il Victory. Ovviamente si tratta di prodotti di qualità, coltivati biologicamente, curati nel brand.
Ma come è nato tutto? «Per concludere l’operazione dovevo andare in missione personalmente», risponde Philipp Breitenberger, «ma era ottobre, tempo di raccolto, e non ho potuto, così tutto è stato fatto tramite mail e fax, grazie al console. È stato un lavoro complesso, ma anche rapido e così i nostri kiwi sono arrivati negli scaffali australiani». Perché proprio in Australia? «Perché è un Paese florido, in crescita, con una alta qualità della vita. E dove ora è estate e quindi non ci sono i loro kiwi. È stato questo l'elemento vincente e saranno i kiwi italiani a coprire metà dell'anno di consumi in Australia». A quanto pare stanno già penetrando. Da Giavera sono già partiti due tir di kiwi, destinazione l'importatore australiano, e mezza partita è stata già venduta. Ovvio che il biglietto da visita della qualità ha fatto il resto. «In Europa ci sono cambiamenti in atto», prosegue Philipp Breitenberger, «e ciò rende necessario guardare a nuovi mercati. Noi abbiamo puntato sul mercato australiano. Un mese prima di questo accordo ne avevamo fatto un altro con un importatore da Sydney e quindi copriamo una fetta consistente dell'Australia».
Più che kiwi si parla di kiwiny vero. «Sì, abbiamo puntato molto sul brand, curato il confezionamento, il marchio, la calibratura per imporre sul mercato il nome kiwiny come sinonimo del kiwi italiano, deve diventare un brand distintivo». A cui i due fratelli pensano di abbinare anche qualcos'altro. «Certo, perché oltre a produrre e commercializzare kiwi, facciamo anche lo Smoothie kiwiny, ossia il frullato di kiwi. Siamo gli unici a farlo e vogliamo arrivare a proporre anche in Australia non solo il kiwi da mangiare ma anche il kiwi da bere».
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