Il Mit di Boston chiama Paolo Zuccon

di Daniele Ferrazza
Praticamente, sta studiando il Big Bang. Ed ora lascia l’Italia perchè il Mit di Boston gli ha offerto una cattedra in fisica, retribuita quattro volte tanto l’incarico di ricercatore a tempo determinato che aveva in Italia.
Paolo Zuccon, 39enne docente trevigiano, ha vinto nei giorni scorsi l’incarico di «assistent professor» al Mit di Boston, la più prestigiosa università tecnica degli Stati Uniti. Insegnerà fisica accanto ad alcuni dei più importanti scienziati del mondo. Una soddisfazione che il docente trevigiano, da dieci anni ricercatore all’Istituto nazionale di fisica nucleare di Perugia, non ha ancora elaborato, tanto è fresca la novità della sua selezione, fortemente caldeggiata da un premio Nobel.
Cerca casa a Boston. «Sì, è ancora tutto molto nuovo - racconta il neo-professore del Mit - . Sto cercando casa a Boston e la trovo, oltre che bellissima, anche molto cara. Però naturalmente prevale la soddisfazione per aver vinto una cattedra così prestigiosa in una università così importante. Mi sarebbe piaciuto continuare a lavorare in Italia, anche per ragioni personali, ma questa era evidentemente una offerta che non si poteva rifiutare». «Segnalato» da un Premio Nobel, l’americano Samuel Ting, il professor Zuccon ha superato una prima selezione legata all’attività svolta ed una seconda, svoltasi al Mit, che ha comportato la partecipazione a un seminario internazionale e ad una serie di colloqui con docenti «senior».
Al termine di questo percorso a ostacoli, durato alcuni mesi, dal Mit è giunta l’offerta di «assistent professor» in fisica per il prossimo triennio. Paolo Zuccon si trasferirà a Boston a gennaio.
Naturalmente anche l’aspetto economico deve aver pesato:a Perugia, come ricercatore, percepiva milleseicento euro al mese. A Boston la retribuzione sarà di quattro volte superiore. In pratica, nei prossimi tre anni in America Zuccon guadagnerà come negli ultimi dodici in Italia.
«Come italiano, oltre la soddisfazione, nutro anche un sentimento di amarezza – ammette il neo docente del Massachusetts Institute of technology –: nell’università italiana queste opportunità non sono date. Speriamo almeno che col tempo anche il sistema italiano riesca ad assomigliare di più al mondo». L’incarico triennale ha la possibilità di diventare un contratto a tempo indeterminato: è quello che spera in cuor suo Zuccon, anche se per adesso dice che «mi piacerebbe tornare un giorno in Italia».
Lavora con un premio Nobel. Nato nel 1972 e cresciuto a Treviso, figlio del professor Antonio Zuccon, Paolo ha studiato al Liceo Da Vinci e poi all’università di Padova, dove si è laureato in fisica nel 1988. Quindi ha svolto un dottorato di ricerca a Perugia, dove da una decina d’anni ricopriva l’incarico di ricercatore a contratto. Da qualche mese lavora all’interno di una equipe internazionale guidata proprio dal premio Nobel Ting che ha per scopo la misurazione del flusso di raggi cosmici nello spazio. «Sappiamo dal movimento relativo delle galassie che l'universo è pieno di materia che non emette luce - spiega il docente –. Tramite l'osservazione dei raggi cosmici puntiamo a capire quale è la natura di questa materia oscura. Inoltre, siamo impegnati nella ricerca di anti-materia di origine primordiale (cioè prodotta nel big bang)».
L’esperimento si chiama Ams-02 (Alpha Magnetic Spectrometer), prende il nome di un rilevatore di particelle progettato per operare all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale e lanciato con l’ultimo viaggio nello spazio dello Shuttle. Questo rilevatore deve misurare i flussi di raggi cosmici presenti nello spazio, per rispondere ad alcune domande sull’universo e sulle sue origini, alla ricerca dell’antimateria e della materia oscura attraverso misure di precisione della composizione e del flusso dei raggi cosmici. La speranza degli scienziati è che questo esperimento, che coinvolge fisici da tutto il mondo, contribuisca alla soluzione di interrogativi fondamentali sull’origine dell’universo.
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