Il market di Fontane chiude dopo 89 anni «Siamo lasciati soli»

VILLORBA. Ha chiuso dopo 89 anni il supermercato di Fontane. Il primo febbraio il Crai che si trovava a pochi passi dalla rotonda del Morer non ha rialzato le serrande. E ora tra i residenti scoppia...

VILLORBA. Ha chiuso dopo 89 anni il supermercato di Fontane. Il primo febbraio il Crai che si trovava a pochi passi dalla rotonda del Morer non ha rialzato le serrande. E ora tra i residenti scoppia la polemica: «questa frazione sta morendo», sostengono. Alla parafarmacia di Renzo Gatto tra pochi giorni inizierà una raccolta firme per chiedere maggiore attenzione per la frazione. Pochi mesi fa infatti se ne sono andati anche i medici di base, trasferitisi a Carità, non c’è una farmacia, di sportelli bancomat ne è rimasto uno solo. «Per gli anziani è impossibile vivere qui, mancano i servizi», spiega Gatto, «se tra poco se ne andrà anche la banca, come si dice in paese, per prelevare dovranno prendere l’auto. Come già devono fare per acquistare molti beni di prima necessità». Il consigliere Ivano Breda, che a Fontane vive, rincara la dose: «è la frazione più popolosa ed è lasciata a sè stessa. Mancano i servizi di base, e non ci sono trasporti pubblici per facilitare gli spostamenti». Ma per Fontane la chiusura del supermercato significa anche perdere un pezzo di storia. Era stato aperto nel ’25 in via Giavera, a poche decine di metri dall’ultima sede, da Narciso Zoppè. Pochi anni dopo iniziò a lavorarci come garzone Camillo Torresan, che negli anni ‘50 lo rilevò. «Una volta», racconta Camillo Torresan, «i contadini pagavano a fine mese con il frumento, era un baratto vero e proprio. Negli anni successivi poi far credito ai clienti era normale, facevano la spesa e pagavano solo a fine mese o quando potevano». Torresan è rimasto a gestirlo fino alla pensione, due anni fa, quando è entrato nel circuito Crai. Lo ha gestito fino a inizio gennaio Mirco Schenato (in foto), vittima due mesi fa di un rapina mentre rientrava a casa con l’incasso dei supermercati.

Federico Cipolla

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