Il grasso? Si conserva, nasce la "banca della ciccia"

Prima esperienza italiana, stanziati 70 mila euro per l’avvio Il tessuto adiposo servirà per interventi di chirurgia plastica ricostruttiva

Chiamatela pure ciccia o maniglie dell'amore, buccia d'arancia o inestetismi: ebbene da oggi il grasso non è più solo un nemico da combattere, ma grazie alla scienza medica sarà trasformato in un prezioso aiuto contro menomazioni e malformazioni del corpo. Insomma, verrà convertito in un alleato per l'organismo, capace di restituire quello che la malattia ha tolto.

Protagonista di questa straordinaria rivoluzione è la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso che ospiterà nel 2015 la prima filiera italiana di selezione, raccolta e distribuzione di tessuto adiposo autologo crioconservato, vale a dire estratto dal paziente e subito congelato in vapori di azoto a una temperatura controllata di meno180 gradi.

Lo studio, unico nel suo genere in Italia, è stato appena avviato. Il progetto, che avrà un costo complessivo di 315 mila euro, è già partito con un primo finanziamento regionale di 70 mila euro. Cifra che andrà a sostenere la ricerca sul campo e il perfezionamento delle tecniche estrattive e di mantenimento dell'adipe.

Nuova Banca dei Tessuti sì all’acquisto del terreno
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L'équipe trevigiana è già all'opera, l'obiettivo è pionieristico e apre nuove frontiere nell'ambito della medicina rigenerativa, branca che permette di rimpiazzare tessuti danneggiati a seguito di traumi, interventi chirurgici o asportazioni. Il grasso, essendo un riempitivo naturale, potrà avere molteplici impieghi. Per esempio, una donna con un tumore alla mammella cui viene asportata parte del seno, potrà utilizzare il proprio grasso come “protesi”.

Duplice il vantaggio, visto che la liposuzione verrà fatta in un'unica soluzione, con meno stress per la paziente. Il tutto prima dell'iter terapeutico, dato che il grasso si potrà crioconservare per cinque anni. Il materiale prelevato sarà infatti inserito in una sacca sterile, trasportato alla Banca dei Tessuti dove verrà pulito, processato e portato a bassissima temperatura fino al momento dell'impiego da parte del chirurgo.

Quando necessario, il prodotto verrà scongelato e arriverà in sala operatoria pronto per l'uso. «E' un progetto ambizioso, che intende conservare il tessuto adiposo e favorire la chirurgia plastica ricostruttiva», conferma Giuseppe Di Falco, presidente della Banca dei Tessuti, «che consente di avere la minore invasività e il massimo dell'efficacia».

Altro filone che verrà sviluppato dalla bio-banca di Treviso sarà il progetto di “Prelievo e conservazione di derma omologo”. In parole semplici il donatore si sottoporrà a un'estrazione di pelle dello spessore di un millimetro. Derma (pelle) che sarà inserito in contenitori sterili e criocongelato. In questo caso, a differenza del grasso, il materiale organico potrà essere donato da un soggetto “a” e impiantato sul paziente “b”, rimasto vittima di una grave ustione o di un'ulcera. La sfida, che verrà affrontata nei prossimi mesi, consiste nel perfezionare la decellularizzazione del derma.

I biologi della fondazione Danca dei Tessuti stanno perfezionando questa tecnica che consiste nel togliere tutte le cellule vitali alla pelle, in modo che questa possa essere impiegata come impalcatura sulla parte lesa.

Una sorta di “trama” per ricostruire la superficie danneggiata (riepitalizzare), garantendo la migliore guarigione possibile.

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