Il grande giorno delle famiglie Foltran, tra saluti e ricordi

SAN PIETRO DI FELETTO. I più lontani sono arrivati da Torino, ma ieri mattina sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Feletto c’era anche una famiglia di Milano. Oltre a una sessantina di residenti del Felettano e Coneglianese. È il grande raduno dei Foltran, che ieri ha festeggiato la sua edizione numero 30, la prima senza stranieri perché la crisi economica in Brasile (patria di circa 900 Foltran emigrati) non ha permesso l’organizzazione del costoso viaggio. Quello di ieri è stato anche l’ultimo raduno, secondo l’organizzatore Giovanni Foltran, perché negli anni i partecipanti sono calati, e le difficoltà logistiche aumentate. Chi potrebbe raccogliere il testimone è il signor Livio (Foltran, ovviamente), cui ieri è stata data la missione di non far morire il raduno. Che non sia facile lo dimostra, al termine della messa, il factotum Giovanni, che srotola un elenco di nomi lungo un metro su tutti i parenti e i cugini che vivono all’estero, soprattutto in Brasile e in Francia. Tutti contattati via lettera, ma ieri quelli che avevano fatto più strada erano Giovanni Foltran (omonimo dell’organizzatore) e la moglie Evelina. Si sono messi in auto sabato mattina, da Torino: «Sono dieci anni che veniamo qui. Abbiamo preso tanta pioggia e tanta acqua, ma non volevamo mancare». La chiesa e il sagrato ieri mattina sono stati addobbati a festa, con tanto di stemma araldico. Una famiglia,come ha ricordato nel saluto finale don Nilo Faldon, che ha fatto del mondo la propria casa: «Non meravigliamoci oggi delle persone che emigrano, noi siamo come loro. Dopo Caporetto, anche da qui la gente è scappata. Siamo tutti immigrati, come ha detto Papa Francesco». La festa è continuata all’agriturismo “Da Garbonier” a Crevada. (adp)
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