Il giallo di Cornuda: Pascal raccontò ai carabinieri «Sofiya doveva incontrare due uomini»

CORNUDA. La relazione dell’anatomopatologo Alberto Furlanetto e il rapporto del Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri. Solo da questi due documenti, attesi a giorni sul tavolo del sostituto procuratore Giulio Caprarola, si potrà capire dove e come è stata uccisa Sofiya Melnyk, l’ucraina di 43 anni il cui corpo è stato ritrovato la vigilia di Natale nella scarpata del tornante numero 3 della strada per il Grappa.
La trasmissione «Chi l’ha visto?», l’altra sera, ha rilanciato il giallo lasciando aperti tutti gli scenari sull’omicidio della bella e sfortunata interprete di Cornuda. L’ipotesi più battuta finora, cioè quella legata al convivente della donna Pascal Albanese, manca del tassello fondamentale: la prova, che potrebbe emergere appunto dagli accertamenti medico legali e scientifici sul corpo, nell’abitazione e nell’auto poste sotto sequestro dopo il suicidio dell’uomo.

Gli investigatori stanno cercando di chiarire anche la circostanza dell’episodio, riferita da Pascal durante il primo interrogatorio davanti ai carabinieri, di un incontro di Sofiya con due uomini per alcuni investimenti finanziari, potrebbe portare a nuovi risvolti.
Una tesi questa sostenuta dalla famiglia dell’impiegato, che è stato trovato impiccato nella sua abitazione di Cornuda il 26 novembre, pochi giorni dopo essere stato interrogato per la scomparsa della compagna. «Sofiya è stata massacrata di botte è piena di lividi ed ematomi» sottolinea l’avvocato Francesco, difensore della mamma dell’ucraina, «il 28 dicembre il dottor Furlanetto mi ha spiegato le possibili cause del decesso, mi parlava della probabile rottura dell’osso del collo, quindi di una botta forte. Aveva per questo disposto esami radiologici e tossicologici».
Brutalmente picchiata la donna è stata caricata sul bagagliaio della sua auto dove ha perso sangue e saliva, quindi gettata nel dirupo ancora viva. «C’è anche l’ipotesi che, dopo aver subito tante lesioni, sia stata abbandonata e sia rimasta tanto tempo al freddo» aggiunge il legale. Una lenta agonia in attesa della morte, mentre il suo assassino parcheggiava l’auto in piazza a Maser e si dileguava. È stato Pascal, incapace di accettare l’abbandono di Sofiya, pronta a lasciarlo per il medico radiologo dell’ospedale di Montebelluna di cui si era perdutamente innamorata? In attesa degli accertamenti si abbozzano le prime strategie difensive.
«È frequente in questo genere di eventi che la vittima si difenda, graffi il proprio aggressore e quindi che trasferisca sotto le proprie unghie dei frammenti di pelle o altro del proprio aggressore» sottolinea l’avvocato Antonio Petroncini, legale della famiglia Albanese «sul corpo di Pascal non vi erano graffi rilevabili, se si avesse certezza che lei ha graffiato il suo aggressore si dovrebbe escludere che possa esser stato Pascal. Non solo, ma se si trovassero frammenti di pelle o altro, in quantità e qualità tali da rilevare il Dna si potrebbe avere un’ulteriore certezza, sia eventualmente per escludere Pascal quale autore del fatto, sia per identificare l’aggressore che a questo punto si troverebbe ancora in libertà».
In queste ore il profilo Facebook di Sofiya, dove la donna di presentava con lo pseudonimo di Elena Treviso è stato subissato di messaggi di cordoglio. Altre risposte potranno arrivare dal materiale informatico sequestrato e analizzato, in particolare dal contenuto di otto hard disk. Email, fotografie, messaggi dai quali emergerebbe una vita punteggiata da relazioni sentimentali: oltre ad essere insieme a Pascal da 16 anni, Sofiya frequentava da 9 anni anche un geologo emiliano e da qualche mese con un medico radiologo dell’ospedale di Montebelluna, per il quale era disposta a dire addio agli altri uomini.
«Il caso è apertissimo e il cerchio si stringe sempre di più» ha dichiarato l’avvocato Francesco Zaccheo, difensore di Valentina Sidash la mamma di Sofiya, alla trasmissione «Chi l’ha visto? ». Martedì prossimo il legale incontrerà il magistrato che indaga sull’omicidio.
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