Il generale Farina a Vittorio «Uniti contro le difficoltà»

L’esortazione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito in piazza del Popolo «La vittoria nella Grande Guerra è stata un’impresa di tutto il popolo italiano»
Allegranzi Vittorio Veneto L'esercito vince Caporal Maggiore
Allegranzi Vittorio Veneto L'esercito vince Caporal Maggiore



«La vittoria nella Grande Guerra è stata il merito di tutto il popolo italiano», ha ricordato il generale Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, celebrando a Vittorio Veneto il Centenario, in una piazza del Popolo gremita di 2000 persone, fra cui 800 studenti. Una sottolineatura scontata? Oggi no. «Se resteremo in armonia e uniti saremo in grado di affrontare e superare ogni difficoltà – ha infatti insistito il generale -. E sappiate che le Forze Armate e l’Esercito in particolare c’era, c’è e ci saremo sempre. In armonia con tutte le altre istituzioni. Tutti insieme per l’Italia, il grande Paese che è culla della libertà, della giustizia, della democrazia, del progresso e dei più alti valori dell’umanità». A Vittorio Veneto, dunque, l’esercito italiano ha voluto anticipare ieri quella festa dell’unità d’Italia che sarà celebrata il 4 novembre a Trieste con la Difesa, presente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ha voluto ricordare, nella città della vittoria – ieri, peraltro assai poco citata – le vittime di tutte le guerre, rievocando i fatti d'Armi dell'ottobre 1918 quando, con il loro ingresso in Vittorio Veneto, i soldati del Regio Esercito hanno, di fatto, segnato l'inizio della fine della prima Guerra Mondiale. Presenti alla cerimonia, oltre al generale Farina, altre autorità militari, il sindaco Roberto Tonon, il prefetto di Maria Rosaria Laganà, il vescovo Corrado Pizziolo, e i Gonfaloni della città di Vittorio Veneto e di Treviso, entrambi decorati della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Generale Farina, lei sembrava quasi preoccupato quando ha insistito ripetutamente sull’unità d’Italia. La sua preoccupazione scaturisce dalle contrapposizioni che sembrano lacerare il Paese?

«Noi guardiamo con positività al servizio che dobbiamo rendere al Paese, al parlamento, al governo. Come sempre. Siamo contenti di questo. E lo siamo anche dell’amore che riscontriamo da parte dei nostri concittadini».

Ha ricevuto, infatti, parecchi applausi. Anche quando ha insistito perché si resti uniti.

«Oggi, Esercito e cittadini sono uniti come lo eravamo 100 anni fa. E possiamo affermare che quest’unità si è consolidata; l’abbiamo manutentata. Così come la sicurezza e la pace. Questi, d’altra parte, sono i valori che abbiamo ereditato da coloro che hanno combattuto, non solo i soldati, anche i civili, le donne, le sorelle volontarie della Croce Rossa, gli operai».

Appunto, il popolo. Quel popolo che è stato spesso dimenticato. Si pensi soltanto alle popolazioni al di qua del Piave, martirizzate un secolo fa.

«Ecco perché è stata una bella vittoria dell’Italia tutta, non solo dell’Esercito, quella di un secolo fa».

Lei ha ricordato poco fa, dal palco, le vittime del maltempo. Ha sostato qualche secondo e dalla piazza si è levato un applauso commosso.

«Proprio in queste ore l'Esercito, con circa 100 uomini e donne e oltre 60 mezzi e attrezzature tecniche, sta operando in diverse zone a favore della popolazione per fronteggiare l'emergenza maltempo che ha colpito l'Italia e ha già pronti altri assetti per soddisfare le esigenze delle Prefetture coinvolte, qualora dovessero richiedere ulteriore supporto. Gli uomini e le donne dell’Esercito, oggi come ieri, nelle stesse località simbolo per i valori di Patria e di unità nazionale in cui si è combattuto 100 anni fa, sono pronti a donare tutto se stessi per il prossimo con generosità, altruismo, abnegazione, preparazione e addestramento unitamente alla capacità di collaborazione e coordinamento con le altre istituzioni».

Dove siete presenti?

«Sullo Stelvio, per un’evacuazione di turisti. Con i lagunari a Ponte di Piave e a Portogruaro. A Belluno è intervenuto il reggimento ferrovieri. Ma non si dimentichi che da due anni e più noi siamo presenti nelle zone terremotate dell’Italia centrale dove vi è un’operazione silente, ma concreta, per la ricostruzione. E così pure in Sicilia. E siamo anche nelle grandi città con Strade sicure, l’operazione che è efficace che supporta le forze di polizia e consente di rassicurare i cittadini».

Come cambierà l’organizzazione di Strade sicure?

«Tutte le modifiche sono concertate e dirette dal Ministero degli Interni e le varie Prefetture. Noi contribuiamo a dare i nostri pareri tecnici. In alcune aree i servizi statici si stanno trasformando in servizio dinamici al fine di ottenere con le stesse risorse sempre migliori risultati» .

Vittorio Veneto, come avrà visto, è molto affezionato all’Esercito. La città rimpiange il Comando, prima del Corpo d’Armata, e poi del I° Fod. Come spiega un’accoglienza, oggi, così calorosa?

«Oggi (ieri per chi legge, ndr) è una giornata eccezionale. Abbiamo ripercorso insieme quello che successe 100 anni fa, con i soldati italiani, i bersaglieri, i cavalieri e gli alpini, tutti coloro che entrarono il 30 ottobre 1918 a Vittorio Veneto. Allora la popolazione li accolse festanti, così oggi».

I paracadutisti che si sono lanciati con il tricolore e la bandiera della città sono stati perfino abbracciati, una volta a terra, dai vittoriesi.

«Cittadini e popolo sono stati una cosa sola 100 anni fa. Noi possiamo solo immaginare le lacrime di gioia di 100 anni fa: per la vittoria, per la pace, conquistate a suon di sacrifici».

Oggi, ad applaudirvi c’erano perfino numerosi immigrati.

«Noi ci siamo anche in Afghanistan, in Kosovo, in Libano. Noi operiamo per e con i nostri concittadini. Anche nelle missioni di pace. Sappiamo bene che gli italiani sono orgogliosi delle nostre forze armate e noi. Forze armate siamo orgogliosi, dei nostri concittadini, lavoriamo per e con loro per fare dell’Italia un paese libero e democratico. E progredito».

Ci perdoni, questa insistenza lascia intendere una preoccupazione?

La risposta è un sorriso.

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