Il fascino irresistibile delle cenge

Un acrobata dell’aria, un seminatore di parole, un camminatore con lo zaino pieno zeppo di sogni, storie e suggestioni. Ecco Vittorino Mason, castellano, autore de “Il libro delle cenge, 56 vie orizzontali nelle Dolomiti”. La sua ultima fatica “letteraria”, uscita lo scorso 15 febbraio per la casa editrice Panorama, sarà presentata venerdì 1º marzo alle 20.45 all’auditorium “Don Ernesto Bordignon” di Castelfranco. Sette anni di lavoro sul campo, sette anni di esplorazioni lungo camminamenti segnati appena da tagli di mughi, sette anni a percorrere le “rughe” delle montagne. E poi emozioni e avventure hanno preso corpo raccontate e descritte con minuzia e passione in questa guida all’alpinismo orizzontale, quell’andare di trasverso lungo linee ardite per amanti dell’esposizione e del vuoto, per, appunto, acrobati dell’aria. Vittorino Mason ha messo sulla carta 56 itinerari, accompagnati ciascuno da un pensiero poetico. Ed ecco “Il libro delle cenge”, una guida atipica dove alla precisa indicazione dei camminamenti si affianca l’emozione nel percorrere questi solchi che segnano orizzontalmente le Dolomiti. «Linee aeree», le descrive Vittorino Mason, «a volte continue che cingono e fasciano la montagna, altre discontinue che vanno a interrompersi nel vuoto, magari nel bel mezzo di una parete rocciosa. Cenge sottili, strette, incerte, oppure comode, larghe tanto da passarci con un carro. Ardite corsie sospese tra pareti che da lontano o dal basso sembrano insormontabili e che poi, con un po’ di mestiere, coraggio ed esperienza, si scoprono facilmente percorribili». Nella sua guida Vittorino, abile alpinista, prende per mano i suoi lettori e li accompagna sui sentieri rocciosi percorsi dai cacciatori sulle tracce dei camosci, sui passi dei soldati impegnati in appostamenti o in fuga dal nemico, sulle vie consumate dagli scarponi di boscaioli e carbonai con le gerle cariche. Nello scegliere le cenge da raccontare ha scartato quelle che si sviluppano lungo le vie ferrate e sono in gran parte attrezzate. Una scelta fatta per «lasciare inalterati il fascino e la naturalità delle linee trasversali e regalare la possibilità di vivere un’avventura pulita, libera dalla ferraglia che ne imprigionerebbe la morfologia e la bellezza dei luoghi». A chiudere la guida la Cengia degli Dei nel versante italiano delle Alpi Giulie, la più lunga, la più impegnativa, ma sicuramente la più bella. «Con questo libro», conclude Vittorino Mason, «non avevo la pretesa nè la presunzione di esaurire l’argomento, ma soltanto di racchiudere in un lavoro le cenge che personalmente amo, lasciando ad altri il compito e la possibilità di continuare sulla strada da me tracciata».
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