Il dolore dei familiari delle vittime dopo l’incidente aereo di Skopije: «Rubati orologi e collane ai nostri cari»

Sciacalli in azione durante i soccorsi. I parenti: «Un fatto che ci riempie l’animo di tristezza per il valore affettivo»
Marco Filippi
I resti del piper precipitato nel 2016 a Skopje, incidente in cui persero la vittima sei persone. A destra, le vittime. Sopra, da sinistra a destra: Francesco Montagner, Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle. Sotto, da sinistra a destra: Angelo Callegari, Ilaria Berti, Visar Degaj. L’aereo era decollato da Treviso, l’incidente poco prima dell’atterraggio
I resti del piper precipitato nel 2016 a Skopje, incidente in cui persero la vittima sei persone. A destra, le vittime. Sopra, da sinistra a destra: Francesco Montagner, Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle. Sotto, da sinistra a destra: Angelo Callegari, Ilaria Berti, Visar Degaj. L’aereo era decollato da Treviso, l’incidente poco prima dell’atterraggio

TREVISO. Le carte d’identità delle vittime, i portafogli vuoti, una manciata di monete inutilizzabili annerite dal rogo provocato dall’impatto aereo al suolo e qualche altro foglio sgualcito. Sono gli unici effetti personali che un addetto all’ambasciata italiana in Macedonia ha consegnato ai familiari di Francesco Montagner, all’epoca presidente dell’Aeroclub Treviso, Dario Bastasin, e Luca Dalle Mulle, il padovano Angelo Callegari, Ilaria Berti originaria di Carpenedo Mestre, e Visar Degaj, kosovaro con cittadinanza italiana, le sei vittime dello schianto aereo del 6 settembre 2016 a Kozale, un villaggio a una decina di chilometri dalla capitale macedone di Skopije.

Atti di sciacallaggio

Dagli effetti personali mancano orologi, catenine d’oro, bracciali e anelli. «Un aspetto tristissimo di questa già tragica vicenda», commenta l’avvocato Fabio Venturino, che rappresenta la famiglia di una delle vittime Francesco Montagner, presidente dell’Aeroclub Treviso.

«Scoprire che le vittime sono state bersaglio di atti di sciacallaggio riempie l’animo di tristezza, sullo sfondo di un fatto già così doloroso». Potrebbe essere stato qualche abitante dei villaggi che sorgono attorno al luogo della tragedia, i primi ad arrivare sul posto, attirati dalle fiamme del velivolo schiantato. Difficile pensare che siano stati i soccorritori, anche se di prove certe non ce ne sono. Soltanto sospetti.

«Quella sera - racconta Alessandra Bastasin, - i soccorsi arrivarono di notte in una zona molto povera. Noi non possiamo sapere quando e chi possa aver privato degli effetti personali di valore le sei vittime e non sta a noi a dirlo. Di sicuro le salme, quando sono state portate alle camere mortuarie, non avevano più nulla degli oggetti di valore addosso. È un fatto che ci ha tutti provato interiormente. Noi aspettavamo con ansia di poter riavere orologi, catenine o anelli dei nostri cari. Non tanto per il valore economico, che in questi casi è assolutamente relativo, quanto per quello affettivo. Mio padre, ad esempio, aveva un orologio, non di grande valore ma che indossava sempre al polso, una catenina e due bracciali d’oro con i nostri nomi. Contavamo di riaverli per ricordo. Così non sarà purtroppo».

Mancano tutti i perziosi

Tra gli effetti personali, ad esempio, manca un Rolex in acciaio, che apparteneva all’allora presidente dell’Aeroclub di Treviso Montagner,il pilota del Piper. «Ringraziamo comunque l’ambasciata italiana a Skopje» - continua Alessandra Bastasin che ha ritirato di persona gli effetti personali delle sei vittime, giovedì, allo scalo veneziano. «So che i funzionari hanno dedicato molto tempo nella ricerca degli effetti personali dei nostri cari, purtroppo senza successo».

L’atto formale all’aeroporto

È stato un ufficiale della guardia di Finanza, il maggiore Diego Morelli, che lavora all’ambasciata italiana di Skopje in Macedonia, a consegnare le buste con gli effetti personali delle sei vittime ad Alessandra Bastasin. L’incontro per la restituzione è avvenuto nell’ufficio della guardia di Finanza dell’aeroporto di Tessera. È stato l’ultimo atto formale di un’inchiesta che non ha portato a conclusioni definitive e archiviata dalla procura di Skopje.

«L’unica certezza che abbiamo di quell’incidente - continua Alessandra Bastasin - è che a provocarlo nella percentuale maggiore è stato il maltempo che imperversava in quella zona all’ora della tragedia. Dopo quell’incidente che ha coinvolto i nostri cari, ci sono stati altri due schianti aerei nella stessa zona. Ci sono state probabilmente delle concause ma senza una scatola nera è inutile addentrarci sulla vicenda».

Le inchieste

«Sono state fatte comunque delle inchieste dettagliate», conclude Alessandra Bastasin. «Ora non ci resta che voltare pagina e andare avanti nonostante questa vicenda per tutti noi tragica. La mancata restituzione degli effetti personali dei nostri cari ne è stato l’ultimo aspetto doloroso».—

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso