Il diktat del sindaco di Treviso Conte: «Ora spengo i varchi, legalità alla Piave»

Il neo sindaco in piazza con Zaia e la coalizione. «Le zone pedonali in vigore solo nel fine settimana. Sulla sicurezza il ritorno dei vigili di quartiere»
zago agenzia fotofilm treviso fconferenza stampa mario conte nuovo sindaco di treviso
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Zaia e Gentilini esultano per Conte sindaco a Treviso

TREVISO. «Grazie trevigiani, con noi nessuno resterà indietro».

Mario Conte lo ha scritto con un pennarello sotto il suo simbolo elettorale, «Siamo Tutti Trevigiani», un simbolo a forma di chiave. Ha voluto suggellare così, ieri a mezzogiorno sotto la Loggia dei Trecento, la sua schiacciante vittoria elettorale al primo turno. Con lui sul palchetto il governatore Luca Zaia, Giancarlo Gentilini e un emozionato Mauro Michielon, commissario della Lega cittadina, che tanto si è speso in queste settimane. Conte ha dedicato la sua vittoria alla città, alla Lega, ma anche alla sorella Cinzia, scomparsa a marzo, i cui ultimi messaggi ha conservato nel cellulare come un talismano, e che ieri mattina è andato a salutare al cimitero.

Applausi e commozione, in piazza, con la telefonata in diretta del segretario federale e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che a giorni affronterà con Conte il nodo del centro di accoglienza profughi dell’ex caserma Serena, «che va ridimensionato fino alla sua chiusura». Ma si respirava ancora una certa sorpresa, ieri in piazza dei Signori, tra gli stessi leghisti: la lista di Conte è andata benissimo, più di quella della Lega e quella di Zaia-Gentilini (ma ora partono le operazioni per cercare di creare un gruppo, unico, della Lega a palazzo dei Trecento).

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E tutte insieme hanno di fatto prosciugato i consensi dei 5 Stelle e degli altri contendenti. E subito i primi annunci per marcare la differenza dall’amministrazione di centrosinistra di Manildo: «Apriremo subito un tavolo di concertazione con i commercianti, le loro associazioni e i proprietari degli immobili, per modificare l’utilizzo dei varchi elettronici piazzati all’ingresso delle zone a traffico limitato del centro: non voglio che vengano usati per fare multe e tenere la gente lontana da Treviso. E infatti li disattiveremo dal lunedì al venerdì, passaggio libero per tutti, senza multe. Per riattivarli solo nei fine settimana, dalla mezzanotte di venerdì a quella della domenica. Siamo favorevoli alla pedonalizzazione, ma non come è stata fatta dalla giunta Manildo. Rimetteremo quindi in piedi il progetto di pedonalizzazione cambiandolo radicalmente».

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Ex caserma Piave, all’inizio dell’amministrazione Manildo occupata abusivamente dai centro sociali, che l’hanno trasformata nel centro sociale Django, con molte attività, partite senza permessi ma di recente messe in regola: «Diventerà la casa delle associazione della città. Tutti potranno richiedere uno spazio, all’insegna della legalità. L’attuale convenzione con Open Piave stretta dalla giunta Manildo ha delle criticità, la riprenderemo in esame.

Vogliamo che chi sta all’interno di simili immobili sia regolare e che siano agibili. Ma la priorità sarà data alle associazioni senza sede, e che non adottano la soluzione dell’occupazione abusiva per avere spazi». Sicurezza: «Rimetterò subito in piedi la figura del vigile di quartiere. Tutti i vigili che hanno le competenze per stare in strada devono stare in strada e non in ufficio. Andrò personalmente in pattuglia con i vigili urbani, che devono avere un ruolo sociale, di dialogo con i cittadini». E ora al lavoro anche per la creazione della giunta, che vedrà come vicesindaco - lo stabiliscono i patti pre-elettorali- il forzista Andrea De Checchi: «La mia squadra sarà la migliore possibile», ha detto Conte, «anche attingendo professionisti dalla società civile».

E ancora: «Una vittoria come quella che abbiamo conseguito è un segnale chiaro: la gente non ha apprezzato il lavoro della precedente giunta, vuole qualcosa di diverso, quello che abbiamo proposto nel nostro programma. Ringrazio il vice premier Salvini, il presidente Zaia, Gobbo a Gentilini per i loro consigli e la vicinanza. Ci hanno messo il nome, l’esperienza e la faccia. I trevigiani sappiano che hanno una persona che intende fare il sindaco con la “S” maiuscola, un custode delle chiavi della città e quindi dei bisogni di tutti i cittadini, che l’abbiano votato o meno. Oggi è un giorno di festa ma da domani pancia a terra e iniziamo subito tutti insieme a ripensare in grande la nostra Treviso. Sarà mia premura informarne sempre i cittadini nella stessa modalità con cui ho scelto di condurre la campagna, porta a porta, anche solo per un caffè».

E Mauro Michielon ha sottolineato: «La nostra è stata una vittoria di squadra, della Lega e dei nostri alleati. Ma è stata una vittoria fortemente voluta, pianificata: non è arrivato nulla a caso. Mario stesso negli ultimi 15 giorni ci diceva “correte che vinciamo al primo turno”. Il periodo di Manildo è stato un incidente di percorso. Il Comune oggi torna nelle mani della Lega, primo partito a Treviso. Appena abbiamo presentato Conte come candidato qualcuno diceva che non aveva né il profilo né la statura. Siamo qua».


 

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