Il commosso saluto degli Alpini a Franco

Zero Branco, ieri i funerali del camionista 61enne in pensione morto dopo una caduta in ospedale

ZERO BRANCO. Davanti alla bara, su un cuscino tricolore, c’era il cappello da Alpino. A fianco del feretro, il picchetto delle Penne Nere. La preghiera dell’Alpino e le struggenti note di “Signore delle cime” intonate dal coro Ana di Preganziol per l’estremo saluto. Ieri mattina Zero Branco ha abbracciato per l’ultima volta Franco Prete, 61 anni, camionista in pensione, morto il 20 dicembre a Udine dopo una caduta in ospedale dov’era ricoverato per accertamenti cardiaci. Da due anni viveva grazie a un cuore elettrico. Un abbraccio collettivo, quello di ieri a Prete, che ha richiamato in chiesa 700 persone, in parte rimaste sul sagrato. Il feretro è arrivato dall’obitorio del cimitero accompagnato da una quindicina di labari dei gruppi Alpini del circondario e da almeno un centinaio di Penne Nere. Nei primi banchi, la moglie Marusca Stefanato, ostetrica dell’Usl 9, con i parenti e gli amici più stretti. In chiesa anche i volontari dell’associazione “La Realtà” di Quinto, di cui Franco e Marusca facevano parte. Nell’omelia, il parroco don Mario Basso non poteva non fare riferimento all’attaccamento di Prete al cappello alpino. «Quando un compagno muore, gli Alpini dicono che è andato avanti, in quel luogo dove non c’è morte ma solo gioia», ha detto, «quando si cammina in montagna, serve qualcuno che abbia aperto la via, conosca la meta e le difficoltà del percorso. La nostra vita è completa quando arriva in vetta, da Dio». E un accenno da parte di don Basso anche alla malattia di Franco: «Non si lamentava mai. Di tutto il bene che ha fatto e del dolore che ha patito, Dio non butta via niente». La famiglia ha scelto una poesia della mamma di Franco, Norina, 90 anni, per i bigliettini con la foto di Prete distribuiti alle porte della chiesa. L’ultimo viaggio di Franco è stato ancora una volta con i “suoi” Alpini: il feretro è stato portato a spalla in cimitero. Prima della sepoltura, il silenzio militare e la consegna del cappello dalle mani del capogruppo Adriano Barbazza a quelle della moglie. (ru.b.)

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