Il censimento dei geni nelle scuole trevigiane: i plusdotati sono 257
La scuola trevigiana censisce i geni e lo fa per la prima volta nella storia. Novantasei scuole delle 103 presenti nella Marca di tutti i gradi, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, hanno risposto al questionario inviato dall’ufficio scolastico provinciale sugli studenti ad alto potenziale cognitivo: su 85.478 alunni, 257 sono risultati plusdotati e in possesso di una relazione psicodiagnostica che lo ha certificato. A questi si aggiungono 184 casi presunti intercettati dai professori. Il questionario nasce dalla Rete Apc (Alto potenziale cognitivo) di Treviso, capofila il liceo Da Vinci.
Con questi dati oggi si concede alle scuole la possibilità di creare un piano didattico personalizzato, con percorsi studiati ad hoc dal consiglio di classe, per gli studenti certificati, affinché il loro percorso scolastico sia gratificante. Perché non sempre plusdotazione corrisponde a un profilo di genialità e di successo, anzi. Le difficoltà che incontrano i soggetti ad alto potenziale si riflettono sia sul rendimento scolastico che sulla vita relazionale. Oggi sono solo 15 gli istituti che offrono un piano personalizzato, solo a fronte di una certificazione scritta, nettamente di più e cioè 81 sono quelli che grazie a un coordinamento interno riescono a garantire un percorso scolastico specifico indipendentemente da una certificazione.
Chi certifica i plusdotati
Per alto potenziale cognitivo si intendono tutti quegli studenti che hanno un quoziente di intelligenza tra 120 e 130 punti. Ma pensare che sia solo una questione di punteggio è riduttivo. Una persona con capacità cognitive oltre gli standard che siamo abituati a considerare riunisce in sé straordinarie risorse intellettuali: un’intelligenza sopra la media, eccellenti capacità di comprensione e analisi, una grandissima memoria, ma anche una fortissima emotività e una particolare acutezza dei sensi, condizioni che si riflettono soprattutto nella socialità e nei rapporti con gli altri.
Sono diversi i soggetti accreditatori della diagnosi di neurofunzionamento, tra i più autorevoli il Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del Potenziale, Talento e Plusdotazione dell’università di Pavia, ma ci sono diversi centri anche sul territorio e una diagnosi può costare da 500 euro fino a 3.000 euro.
Il questionario e i percorsi
L’obiettivo del questionario distribuito nelle scuole era quello di ricevere una fotografia della situazione relativa alla plusdotazione negli istituti della provincia. Il test è stato proposto all’ufficio scolastico dalla Rete Apc di Treviso, uno strumento di cooperazione tra scuole di diverso ordine e grado, con l’interesse alla dimensione della plusdotazione.
Il questionario era diviso in cinque blocchi: il primo riguarda i ruoli, ovvero chi si occupa di gestire questi alunni, il secondo la conoscenza di questo neurofunzionamento. La terza parte andava sui numeri del fenomeno. Gli ultimi due blocchi del questionario sono entrati nel merito dei protocolli da applicare nei casi specifici, sul rapporto con le famiglie e sui casi di multieccezionalità, perché una diagnosi di plusdotazione al 90% dei casi porta con sé anche altri disturbi, come dislessia, discalculia o disgrafia, fino alcuni disturbi dello spettro dell’autismo. Per tutti coloro che possiedono una certificazione il sistema scolastico italiano mette a disposizione un piano didattico personalizzato, con indicazioni pratiche dettagliate su alcuni accorgimenti da seguire, dai programmi alle prove.
Anche la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Barbara Sardella, è intervenuta sul fenomeno: «È importantissimo intercettare nelle nostre scuole gli studenti ad alto potenziale cognitivo. Talvolta si annoiano a seguire le lezioni, sono iperattivi, non riescono a stare al passo, sono figure quindi a cui guardare con attenzione e particolare sensibilità. Ora è nata questa importante rete, con Da Vinci capofila, per far sì che questi studenti abbiano un riconoscimento».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso