Il caso villa Bianchi Il mancato erede si appella in Svizzera

MOGLIANO. Un nuovo colpo di scena infiamma battaglia giudiziaria legata all’eredità del barone Pier Adolfo De Kunkler e di villa Bianchi: ora entra in gioco anche la giurisdizione elvetica. Luciano Tonietti, che da anni sostiene l’irregolarità del lascito testamentario in favore del cugino del barone, Federico Bianchi («cugino di nono grado» ribadisce Tonietti), ha presentato un ricorso al tribunale svizzero. «I miei avvocati» dichiara Tonietti «hanno già presentato ai giudici elvetici, del tribunale di Zurigo e San Gallo, la richiesta di sequestro del testamento e l’annullamento di tutti gli atti perché la vicenda non è sotto la giurisdizione dello Stato italiano. È il caso di un cittadino svizzero morto in Italia ed è la giustizia elvetica a doversi pronunciare». Il testamento del Barone fu sottoscritto nel 2000, quando il discendente del Duca di Casalanza (1768-1855) si trovava ricoverato in ospedale: attraverso atto del notaio Antonio Ulrico Caruso assegna l’eredità a Federico Bianchi. Secondo la giustizia italiana è tutto regolare. Il valore dei beni (tra cui villa Bianchi a Mogliano, terreni in Canada e un altra villa nel padovano) è stato stimato in 120 milioni di euro. Tonietti, figlio della governante di villa Bianchi-De Kunkler, per aver contestato la legittimità della successione e per aver formulato le accuse di “circonvenzione di incapace”, è stato successivamente denunciato per calunnia e recentemente assolto anche dalla Cassazione. A distanza di quasi 20 anni di desistere non se ne parla, questa storia non è ancora finita: «Il barone Pier Adolfo De Kunkler» sostiene Tonietti «era un cittadino svizzero, quindi la successione è di esclusiva pertinenza della giustizia svizzera. Per questo ho fatto ricorso fin dal 2014 al tribunale svizzero, contro questa procedura, con la richiesta di annullare il testamento. Il principio che regola l’eredita dei cittadini svizzeri» sottolinea Tonietti «riguarda la cittadinanza e non l’ultima residenza. A breve ci sarà un nomina di un ctu per valutare l’autenticità delle firme».
Matteo Marcon
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