Il caso a Treviso: via Pisa, cancello e impronte digitali, torre blindata anti irregolari

TREVISO. Impronte digitali per entrare in casa, un badge per aprire il cancello alto tre metri, e una telecamera a riprendere chi entra e chi esce. La Tower House di via Pisa è diventata blindata. Questa la strada scelta dall’amministratore condominiale Alessandro Zuin e dai condòmini per dichiarare guerra a degrado, spaccio e criminalità e per gettare le basi per il rilancio del grattacielo.
il cancello
Nei giorni scorsi in via Pisa sono arrivati gli operai, che hanno montato il cancello davanti alle scale di accesso al grattacielo.È solo la prima parte però dell’intervento: dalla prossima settimana arriverà l’apparato tecnologico che è quello su cui amministratore e condòmini “in regola” scommettono per vedere risollevarsi le sorti della Tower House. L’obiettivo dichiarato è bloccare il via vai di sconosciuti, i subaffitti incontrollati e l’accesso ad alcuni appartamenti da parte di criminali e pregiudicati.
il doppio filtro
Per aprire il cancello automatico sarà necessario avere un badge o utilizzare le proprie impronte digitali. Il badge verrà consegnato solo agli inquilini in regola con le spese condominiali, che grazie ad esso potranno aprire il cancello anche dal proprio appartamento.
Diverso invece il sistema per chi non paga le spese condominiali: a chi non le paga non verrà dato alcun badge, per entrare dovrà posare le dita sul lettore di impronte del cancello. E, nel caso qualcuno suoni il campanello per salire in un alloggio, gli inquilini dovranno scendere ad aprirgli il cancello. E mentre lo faranno l’inquilino e l’ospite saranno ripresi dalle telecamere.
il problema subaffitti
«Nel condominio c’è un problema di subaffitti, che non consente di sapere esattamente chi vive in alcuni alloggi», spiega l’amministratore, «Questo perché in alcuni casi non è solo un subaffitto, ma addirittura chi subentra a sua volta subaffitta a qualcun altro. Tanto che anche per la polizia locale è difficile tenere nota di chi si trovi all’interno. In questo modo sapremo esattamente chi entra e chi esce da ogni appartamento del condominio di via Pisa». Ma c’è un secondo effetto deterrente su cui punta decisamente l’amministratore: «Le immagini delle telecamere, di fronte a una richiesta della polizia, saranno fornite per eventuali indagini. E poi, con questo sistema, creiamo un database di impronte digitali».
il giro di vite
Il messaggio è chiaro: se devi scappare dalla giustizia o dalla polizia, ora scapperai anche dalla Tower House di via Pisa. Il grattacielo diventa in questo modo quasi un compound da America Latina, manca solo la guardia armata, per completare il quadro. Il costo per tutto il sistema è stato di 22 mila euro, da pagare in un anno e mezzo. «Ora sono solo 12 gli appartamenti morosi, non il 50% come un anno fa», precisa Zuin. Il capogruppo di Forza Italia a palazzo dei Trecento Davide Acampora ha elogiato l’iniziativa: «Adesso chi entra dovrà farsi riconoscere. Dico grazie all’amministratore del condominio».
la zona rossa
Dalla primavera scorsa anche Ca’ Sugana aveva stretto i controlli attorno al grattacielo di via Pisa, con blitz all’interno per verificare i documenti degli inquilini, ma anche sulla strada per verificare il via vai. Ora però messo in atto il nuovo sistema di accesso alla Tower House, inizia la seconda parte del progetto: quello che vuole rilanciare il grattacielo. I sei appartamenti messi all’asta sono stati venduti, tutti a prezzi bassissimi e tutti sono stati comprati da imprenditori che hanno scommesso sul rilancio.
Li terranno vuoti per il momento, in attesa del restauro. «Presenteremo il rendering del restauro del palazzo entro la fine dell’anno, grazie anche agli accordi stretti con Hera», annuncia Zuin, «Ci saranno pareti ventilate e l’impianto fotovoltaico, un piano da circa 10 milioni, sostenuto all’85% dagli ecobonus. Chi ha comprato ha accettato di farlo scommettendo sul futuro». E a breve finiranno all’asta altri dieci appartamenti, che dovrebbero seguire il percorso dei primi sei.
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