Il cardiologo di Treviso salva un ragazzo in spiaggia a Jesolo

Ventiduenne rischia di annegare a Jesolo, il dottor Sarto e una collega lo rianimano con un massaggio cardiaco di 25 minuti

TREVISO. È un pomeriggio di sole come tanti, sono da poco passate le 17, la spiaggia del Cavallino vicino a Jesolo è zeppa di turisti.

Qualcuno grida e chiede aiuto, disperatamente. Un ragazzo senegalese di 22 anni si è sentito male mentre faceva il bagno.

L’amica che è con lui lo ha visto scomparire tra le onde. Un bagnante accorre e lo recupera sul fondale. Sono attimi concitati, la folla si assembra sulla riva. Il giovane è privo di sensi, non respira.

Attirati dalle urla due medici che per caso lunedì erano lì raggiungono il ragazzo appena soccorso dai bagnini.

Sono Patrizio Sarto, cardiologo e direttore della Medicina dello Sport dell’Usl2 di Treviso, e Barbara Milan, dottoressa veneziana di origine, oggi anestesista al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La situazione è disperata. Venticinque, lunghissimi minuti, tra la vita e la morte. «Dovevamo assolutamente svuotare i polmoni pieni d’acqua e così abbiamo fatto come è previsto nelle condizioni di intervento per annegamento» racconta Sarto.

Dopo aver richiamato la folla alla calma, attorno ai soccorritori è calato il silenzio. «Non era un semplice malore, ma qualcosa di ben più serio. Con il collega Sarto, pur non conoscendoci, ci siamo divisi i compiti come si fa al Pronto soccorso, l’intesa è stata immediata» aggiunge Milan.

Qualcuno ha portato un ombrellone per agevolare i soccorsi, qualcun altro ha allungato un asciugamano per appoggiare la testa del ragazzo, steso sul pedalò per le manovre salvavita.

E intanto la chiamata al 118. «Dopo aver liberato i polmoni dall’acqua abbiamo iniziato a ventilare e a simulare il battito cardiaco. Non c’è stato nemmeno bisogno di parlarsi, ogni passaggio è stato eseguito con tutte le accortezze del caso» ricorda il medico. Per 25 – eterni: minuti, i due medici hanno rianimato il giovane con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.

Ed è grazie a loro se il giovane è rimasto aggrappato alla vita. Nel frattempo, una prima ambulanza, dirottata sul posto con un paziente a bordo ha dato manforte alla coppia di medici. In appoggio anche un bagnante che conosceva le manovre rianimatorie.

Poi un secondo mezzo di soccorso, a quel punto il paziente è stato intubato e portato in Rianimazione all’ospedale di Venezia.

Le sue condizioni migliorano di ora in ora. Al risveglio i parametri vitali erano perfetti e quando il 22enne ha riaperto gli occhi ha riconosciuto il fratello, dettaglio che fa ben sperare sull’assenza di danni neurologici post incidente.

«Questa storia dimostra quanto un intervento coordinato e corretto sia fondamentale per salvare una persona in difficoltà», prosegue Sarto.

La collega Martin, ricorda ancora con emozione quegli istanti: «C’è stata una bella solidarietà da parte di tutte le persone che erano in spiaggia in quel frangente, e anche tanta umanità. Ora le dita sono incrociate affinché quel ragazzo possa riprendersi a pieno».




 

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