«Il carcere minorile è affollato»

Sopralluogo dei dirigenti Uil: poca privacy, spazi ridotti, servizi insufficienti
Di Federico Cipolla

Spazi promiscui e spesso troppo ridotti. E’ questa la situazione del carcere minorile di Treviso secondo la Uilpa Penitenziari. Ieri Gennarino De Fazio, segretario nazionale della sigla sindacale, con i dirigenti regionale e provinciale Leonardo Angiulli e Vincenzo Pascale, è andato in visita al carcere minorile di Treviso, nell’ambito dell’operazione “Lo scatto dentro, perché la verità venga fuori”. Si tratta di una serie di ispezioni negli istituti penali che terminano con un dossier fotografico.

«Il carcere minorile di Treviso è una struttura realizzata anni fa, e che difficilmente riesce a rispondere alle norme che nel frattempo sono sopravvenute. E’ di fatto un’ala della casa circondariale. E ogni intervento realizzato è pensato solo per migliorare le condizioni dell’utenza, sottraendo spazi agli operatori», spiega De Fazio. Insomma si guarda più ai detenuti che non a chi lavora nel carcere: «Ma è una logica sbagliata, perché far lavorare in cattive condizione gli operatori, ricade poi anche sui detenuti».

Diverse le anomalie riscontrate e fotografate all’interno del carcere minorile, ma sono due quelle prese ad esempio per dimostrare la necessità di interventi sulla struttura. Uno su tutti, il centro di prima accoglienza (cpa), le cui finestre si affacciano sul carcere. «Dovrebbe essere una struttura esterna, e invece oltre a essere di fatto interna, mette a contatto visivo i detenuti con chi si trova nel cpa», aggiunge De Fazio. «Ma chi sta nel primo centro di accoglienza, è spesso in attesa della decisione del giudice e non è detto che entri poi nel carcere minorile».

Se le comodità certo mancano ai detenuti, anche le guardie penitenziarie sono costrette a lavorare in condizioni al limite del sopportabile. Una trentina gli operatori, che hanno a disposizione un unico bagno. «In più si trova vicino all’unico telefono a disposizione dei detenuti, con solo una parete a dividerli. Non viene tutelata la privacy nemmeno dei ragazzi al telefono».

A ciò si aggiunga il fatto che non sono previsti percorsi specifici per le guardie, come non ci sono uffici dedicati, con spazi adeguati.

«Siamo leggermente sotto organico, ma questo è in linea con lo scenario nazionale», prosegue De Fazio.

Sovraffollato invece il carcere minorile. Ufficialmente potrebbe detenere solo 12 ragazzi, mentre oggi ce ne sono 15; con evidenti problemi di spazi. In una camera dormono addirittura in quattro, contravvenendo alla norma che prevede che ognuno debba avere almeno tre metri quadrati di spazio.

Per De Fazio la situazione della casa circondariale, «è lontana dal raggiungere i parametri di civiltà e di dignità che si addicono a un moderno paese democratico».

Inoltre restano delle difficoltà di organizzazione, e di distribuzione del personale. «Abbiamo registrato pessime condizioni di lavoro», prosegue il segretario regionale Leonardo Angiulli, «dovute anche a un’organizzazione che reputiamo assolutamente deficiente, e che si inserisce in un contesto di relazioni sindacali pressoché inesistenti». Insomma, il sindacato chiede una svolta.

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