Il boscaiolo: "Una tomba di pietre aggredita dalle mosche"

L'uomo che ha scoperto il cadavere racconta quegli istanti raggelanti: "Quando ho capito è sceso il silenzio"
Il boscaiolo Gabriele Fornasier
Il boscaiolo Gabriele Fornasier

POSSAGNO. Hanno visto quella tomba, in Val della Gheda, quel cumulo di pietre annerito dal rogo. Il boscaiolo che era lì, sul posto, ha ancora negli occhi ciò che ha visto. Lui, Gabriele Fornasier, con il fratello, Elido, ieri subito dopo pranzo, si erano dati appuntamento sul sentiero 159 per fare dei lavori nel bosco. «Dovevamo tagliare della legna», racconta il boscaiolo che assieme alla moglie gestisce il bar “Alla Pesa” in paese. «Mentre stavamo camminando lungo il sentiero ci siamo accorti del cumulo di pietre», racconta Fornasier, «attorno era pieno di mosche che ronzavano: ci siamo subito insospettiti». I due fratelli si sono immediatamente avvicinati e hanno tolto delle pietre, scoprendo «qualche osso che sbucava tra i sassi».

Tra loro è sceso il gelo: dopo un attimo di silenzio i due boscaioli hanno deciso di chiamare il direttore sanitario del Suem di Crespano, Aurelio Tommasi. «Non ci sembrava il caso di chiamare i carabinieri perché non capivamo se si trattasse di una carcassa di qualche animale oppure di qualcos’altro», continua il testimone, «quando è arrivato il medico invece abbiamo capito che li sotto c’erano i resti di una persona». Si trattava appunto del corpo di un uomo completamente carbonizzato. Accanto al cadavere è stato trovato anche un coltello e si presume possa essere l’arma del delitto. «Ci siamo accorti del coltello», spiega il boscaiolo, «anche se era completamente carbonizzato si capiva bene però che era un normale coltello da cucina di quelli che si possono comprare anche al supermercato. Non c’erano tracce di sangue era impossibile vederle perché era tutto carbonizzato, bruciato dal rogo, era tutto nero».

Fornasier conferma anche che domenica, a pochi decine di metri di distanza, sono passati diversi runner: «Di solito questo è un sentiero molto tranquillo, non è una zona molto frequentata oppure di grande passaggio, a parte quando si organizzano delle manifestazioni particolari come la marcia che si è svolta domenica scorsa: la gente che ha percorso il tragitto è passata accanto senza accorgersi che proprio lì c’era un cadavere». 

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