Il bordello cinese: piacere low cost

Il «Paradiso» sequestrato, la coppia che lo gestiva denunciata per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione
Di Federico De Wolanski
Passerini Treviso centro massaggi cinesi via dei dall'oro
Passerini Treviso centro massaggi cinesi via dei dall'oro

Dopo il blitz, il sequestro. Questo il primo esito dell’opreazione messa in atto lunedì dalla Squadra Mobile della Questura di Treviso al Centro massaggi Paradiso di via dei Dall’Oro. Al centro dell’inchiesta ci sono soprattutto i due responsabili della struttura, marito e moglie, entrambi cinesi, che sono stati indagati per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Lui, Hu Yusheng, è anche una vecchia conoscenza della polizia perché già indagato a Milano, alcuni anni fa, proprio per un’identica indagine su un sedicente centro estetico che in realtà nascondeva ben altre attività.

Le ragazze e i lettini. Due le ragazze cinesi (e non quattro come sembrava in precedenza) che sono state accompagnate in questura per l’identificazione lunedì pomeriggio, dopo la perquisizione. Si tratta di donne di età compresa tra i 30 e i 35 anni che lavoravano all’interno del centro massaggi senza alcun titolo nè capacità professionale, una caratteristica comune a tutte le ragazze (pare una decina) che si erano alternate all’interno del locale al pianterreno e dell’appartamento al secondo piano del condominio Sant’Anna. Le ragazze, impegnate in massima parte in nero, si dividevano stanze e clienti del centro massaggi facendosi chiamare con nomi italiani comuni e ovviamente falsi. Erano Lisa, Chiara, Anna, e quando non stavano al pianterreno, salivano al secondo piano dello stabile attraverso la stessa porticina «privata» che pare usassero anche alcuni clienti.

Negozio, casa, uomini. Entrambi intestati alle stesse persone (marito e moglie indagati), centro massaggi e appartamento, secondo i risultati dell’inchiesta ospitavano un vero via vai di uomini da quattro mesi a questa parte. Nel centro c’erano tre lettini, due sale con vasca da bagno, un piccolo box doccia. Al secondo piano invece altre stanze e altri letti. Gli appuntamenti venivano fissati a tutte le ore, compresi i giorni festivi e le domeniche, sempre attraverso contatti telefonici al cellulare. I clienti? Arrivavo circospetti, suonavano e sparivano per un’ora.

Il massaggio hard. Costava circa 40 euro in più sui prezzi di listino ed era una vera e propria maggiorazione, sia in termini di costo che di servizio. Unte d’olio, le mani delle ragazze si allungavano oltre i mini slip mono uso che sono stati trovati a centinaia nei cassetti del centro massaggi, stimolando ben altre zone del corpo. Si arrivava anche al sesso? La polizia, sul punto, mantiene il massimo riservo. Si limita a parlare di «prestazioni sessuali» senza definirne il limite. Ma i capi d’imputazione pesano più di molte parole.

Parole in codice. Il massaggio hot si chiamava «romantico». Possibile richiederlo al telefono, senza tanti giri di parole, ma guai a non utilizzare il linguaggio in codice al cellulare perché le ragazze, ben sapendo di giocare col fuoco, interrompevano immediatamente la conversazione. A chi domandava fin dove si poteva arrivare col massaggio, la voce della ragazza consigliava di andare a parlarne a quattr’occhi. Una rassicurazione, per chi sapeva, visto che nessuna delle giovani cinesi di via Dei Dall’Oro aveva competenze o professionalità da massaggiatrice.

Indagine, clienti, piste. L’operazione della polizia è partita a gennaio, e negli ultimi giorni a ha subito una brusca accelerazione in virtù di una serie di indicazioni arrivate dagli investigatori che stanno passando al setaccio l’impianto «commerciale» sul quale si basava l’attività del «Paradiso». Per settimane, gli agenti sono stati impegnati in appostamenti e verifiche, arrivando a fermare, identificare e verbalizzare una ventina di clienti intercettati dopo gli appuntamenti del centro massaggi. Ora l’indagine potrebbe allargarsi anche all’altro centro massaggi «gemello» in via Zara, vicino alla stazione. Cambia il nome, non la pubblicità. Pare sia stato aperto nello stesso periodo e forse abbia legami diretti con quello di via dei Dall’Oro.

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA

www.tribunatreviso.it

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso