Il bancario suicida: «Io, abbandonato»

Nelle tre lettere lasciate alla moglie e ai parenti esprime il suo smarrimento dopo la convocazione da parte della Consob
Di Marco Filippi e Rubina Bon

È nelle tre lettere che Jacopo Longo ha scritto ai familiari – prima di togliersi la vita all’interno del bagno della casa dei nonni materni a Quero – che s’incentra l’attenzione dei carabinieri di Treviso, coinvolti nell’indagine legata alla scomparsa e al ritrovamento del cadavere del bancario trentatreenne di Silea. Lettere in cui Longo spiega i motivi del suo gesto alla moglie e ai genitori, la sua amarezza per la convocazione davanti alla commissione della Consob e, pare, anche uno sfogo per essersi sentito solo, abbandonato dalla banca per cui lavorava.

È su quelle lettere che i militari dell’Arma stanno ora cercando eventuali appigli per sviluppare un’indagine, o quantomeno per dare una spiegazione sulla tragica scelta di Longo.

Lettere in cui, peraltro, Longo esprime chiaramente tutto il suo affetto per la moglie Sara Zanocco e l’attaccamento a tutta la famiglia. È nel lavoro, quindi – e nella preoccupazione per la convocazione alla Consob, a Milano – che va ricercata la chiave del tragico gesto.

Come si ricorderà il corpo senza vita del bancario di 33 anni è stato ritrovato lunedì pomeriggio nell’abitazione di famiglia, a Quero. Nel bagno Longo aveva deciso di farla finita respirando il monossido di carbonio sprigionato da un braciere acceso. Scomparso da domenica mattina, quando aveva detto alla moglie Sara Zanocco che sarebbe andato in centro a Treviso, dove CentroMarca Banca per cui lavorava da tre mesi aveva allestito uno stand promozionale.

«Nelle lettere, Jacopo ha parlato di problemi di lavoro. E poi ha scritto che ama tanto me e il nostro bambino», racconta la moglie Sara, «A casa in questo periodo tutto andava bene, la causa di questo gesto non può essere che legata al lavoro».

Le lettere sono ancora in mano ai carabinieri che le stanno setacciando alla ricerca di elementi utili a ricostruire cosa abbia turbato a tal punto Longo da indurlo a mettere in atto il gesto estremo. Tutte le attenzioni si concentrano sul mondo del lavoro.

La consorte sapeva che il marito era stato convocato dalla Consob per alcuni accertamenti "ad personam" che, secondo indiscrezioni, sarebbero stati legati al ruolo di responsabile del settore finanza che Longo ricopriva quando era alle dipendenze della Cassa Rurale ed Artigiana di Treviso, fusa a partire dal primo gennaio di quest'anno con CentroMarca Banca.

«Credevo fosse una convocazione legata a un normale controllo sulla banca, con me non aveva lasciato trasparire niente di preoccupante», continua la moglie. Con il nuovo corso dell'istituto di credito, Longo era stato trasferito alla filiale di CentroMarca Banca di Zero Branco, in piazza Umberto I, con il ruolo di consulente finanziario. «Era un periodo sereno, la fusione non lo aveva certo preoccupato», prosegue la consorte, «Jacopo era una persona chiusa, apparentemente fredda, che non faceva trapelare le sue preoccupazioni».

Evidentemente però un macigno, probabilmente legato al lavoro e in particolare alla convocazione da parte della Consob per chiarimenti, ha minato l'equilibrio del giovane bancario, assunto alla Cassa Rurale nel 2005. Un macigno così pesante da sopportare e gestire che Jacopo non ha saputo resistere.

«Smetto di chiedermi perché è continuo ad amarti oggi e per sempre», ha scritto la moglie su Facebook a poche ore dal ritrovamento del corpo senza vita del marito. Da lunedì, parenti e amici si stanno stringendo alla giovane moglie rimasta improvvisamente sola e alla famiglia: «Non mi sono mai resa conto di avere così tante persone conosciute in questi anni che mi vogliono bene. Grazie, sono commossa», il messaggio che Sara ha affidato ieri al social network. «Mi sembra tutto così impossibile, non riesco a crederci, non ci sono parole. Ora proteggi la tua famiglia da lassù. Ciao Jacopo!», è il messaggio dell'amica Mary.

Domani alle 10.30 nella chiesa di Padernello, frazione di Paese dove Jacopo Longo era cresciuto e dove vivono tuttora i genitori, saranno celebrate le esequie. Sarà il momento - sono le parole della moglie Sara - «per salutare Jacopo e ringraziarlo per quanto ci ha dato».

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