I velox in tangenziale finiscono a processo «Rilevatori sballati»

Fissata l’udienza di fronte al giudice di pace il 3 dicembre Accolto il ricorso del legale Fabio Capraro: «Sono illegittimi»
Di Fabiana Pesci
TOME' TREVISO AUTOVELOX IN TANGENZIALE
TOME' TREVISO AUTOVELOX IN TANGENZIALE

Definirli “imputati” stride con la solennità e il rigore delle aule di tribunale. Però, di fatto, il prossimo 3 dicembre, sul tavolo del giudice di pace di Treviso finiranno i velox della tangenziale. L'avvocato Fabio Capraro li “accusa” di non essere stati sottoposti a debiti controlli qualità. E ad attendere la sentenza non ci sono solo migliaia di trevigiani che hanno perso soldi e punti della patente lungo la tangenziale, ma anche il Comune stesso, che ogni anno, grazie alle sanzioni, incassa quasi 7 milioni di euro.

Tutto è nato in seno alla Corte di Cassazione, che ha girato ai giudici della Corte costituzionale un quesito relativo a una normativa del 2012, che esonera le amministrazioni dalle verifiche di taratura dei velox. Da due anni di fatto il check up dei sensori che rilevano la velocità non è più obbligatorio. «Nonostante pioggia, vento, sole e caldo?», si è chiesto Capraro. Ora, al pacco di documentazione presentato dall’avvocato si è aggiunta una recente sentenza del Consiglio di Stato (la 4321 del 16 agosto, terza sezione), che fa scricchiolare ancor di più il sistema multe con rilevazione elettronica della velocità. Secondo i giudici è il tasso di incidentalità a determinare se su di una strada possa essere installato o meno un velox. Nella sentenza si ribadisce poi che la decisione sulla dislocazione delle apparecchiature spetta al prefetto. Il diktat degli ultimi mesi è chiaro: depennare tutti quei tratti in cui non sussista un reale pericolo per la circolazione e non sia quindi necessario l'uso delle macchinette elettroniche. Fabio Capraro ha intenzione di andare fino in fondo: l’avvocato difende un automobilista trovato a sfrecciare a 120 chilometri orari sul tratto della tangenziale di Treviso in cui il limite è fissato a 90 chilometri orari. Qualora il tribunale stabilisse che l’auotevelox che lo ha immortalato non fosse tarato a dovere, si aprirebbe la strada del ricorso per migliaia di trevigiani multati per eccesso di velocità.

«Il giudice entrerà nel merito del ricorso il prossimo 3 dicembre», sottolinea Fabio Capraro, «in attesa di conoscere il parere della Corte costituzionale, vedremo cosa deciderà in merito alla taratura dei velox». Ad attendere la sentenza non ci sono solo migliaia di automobilisti (sono 59 mila per la precisione, con una media di 161 sanzioni al giorno), ma anche Ca’ Sugana stessa. Il Comune, con i due velox piazzati lungo la tangenziale, nel 2013 ha guadagnato 6 milioni 900 mila euro. Ma nel bilancio preventivo 2014 punta a incassare 7,5 milioni di euro.

«Noi», continua il legale, «abbiamo semplicemente chiesto al giudice di verificare se i velox trevigiani, alla luce della richiesta della Cassazione alla Corte costituzionale, sono sottoposti a verifica annuale», sottolinea Capraro. Ovvio che si aprirebbe un fronte infinito di ricorsi qualora emergesse che le colonnine sono sballate. Una prova? L’avvocato è pronto a dimostrare che un autovelox della tangenziale non avrebbe "visto" un'autoambulanza sfrecciare a 140 chilometri orari. «Sintomo, forse», spiega il legale, «che l'attrezzatura dovrebbe essere sottoposta a verifiche costanti».

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