I sassi del Piave diventano putinòt Zoe, un artista della beneficenza

Il presidente del Veneto Zaia colpito dalle opere di Angelo Favero «Passate a visitare la sua bottega a San Pietro di Barbozza» 

IL PERSONAGGIO

Angelo “Zoe” Favero, lo scultore delle pietre del Piave apprezzato dal governatore Luca Zaia. A San Pietro di Barbozza, nel Comune di Valdobbiadene, Angelo “Zoe” Favero è uno dei personaggi più popolari. Il suo laboratorio tra le vie Cima e Strazzalede, o come lui stesso lo definisce l’Alcazar” (che in lingua araba significa “fortezza”), viene visitato da turisti di passaggio per poter ammirare le sue opere in pietra, che decorano diversi scorci della frazione. Sculture che partendo dai sassi del Piave, modellati a suon di “mazheta e scarpel”, prendono e danno vita ai personaggi più bizzarri, i cosiddetti “putinòt”: soldatini, animali e maschere quasi tribali sono il frutto dell’immaginazione del 74enne, classe 1945, Angelo Favero. Una passione per i sassi che lo ha accompagnato sin da bambino, con le prime “opere” in età adolescenziale, e che, in qualche modo, si può dire si sia ricollegata al mestiere di muratore, che negli Anni ‘60 lo ha portato a lavorare in numerosi cantieri in diverse parti del mondo, soprattutto in Libia ed Indonesia. Rientrato nella sua Valdobbiadene, trovò impiego in un’impresa edile locale fino al raggiungimento della pensione. Da quel giorno la vita di Angelo Favero diventa il laboratorio di via Cima. Il presidente del Veneto Zaia, nei giorni scorsi, ha speso parole di elogio: «Le opere di Zoe non sono in vendita ma in paese si vedono ovunque, sulla fontana della piazza, nelle vetrine dei negozi e nel bar che abitualmente frequenta, oltre che sulla facciata della sua casa. Per averle, ci sono dei fondi su cui si possono fare donazioni, per aiutare, ad esempio, l’asilo di San Pietro di Barbozza. Ma la sua bottega va visitata, se siete di passaggio. Vale la pena ammirare quest'arte semplice, ma così straordinariamente viva ed identitaria». —

R.M.

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