I residenti del quartiere fortificato di Treviso: «Ma non è una caserma è solo un posto protetto»

Parlano i residenti, irritati per il clamore sorto intorno al loro Borgo San Martino «Sereni sì, ma di vivere in un contesto piccolo». «La rete? C’è anche all’Israa»

TREVISO. Se investi per andare a vivere in un luogo protetto, riservato e, perché no, anche un po’ costoso, di sicuro non accogli di buon grado il fatto di ritrovare casa tua sul giornale, in televisione, raccontata come fenomeno sociale in un’Italia che si “trumpizza” o che comunque trova più serenità tra i muri che non in spazi aperti. E infatti in questi giorni tra le case del Borgo San Martino di Treviso, a Santa Bona, non tira buona aria. Non desta scalpore tanto l’idea del borgo “fortino”, che comunque viene smentito dai più, quanto la rottura di quella quiete che è stata la ragione che ha portato tutti gli inquilini a trovarvi casa.

«Sicurezza? Certo», replica un residente, «ma sicurezza di poter tenere la porta di casa aperta perché tanto chi vi passa davanti casa è un vicino, sicurezza di lasciar uscire i figli a giocare senza paura della strada, certezza di un borgo residenziale curato e ben vissuto». Il muro? «Mah», continua, «non ci vedo nulla di male. In fin dei conti in tanti residence moderni, magari al mare, si fa già da anni».

È una questione di esclusività, non lo si può però nascondere, «ma non è tanto nel muro, quanto nella formula abitativa», dice un’altra abitante del borgo, «questo è un complesso residenziale fatto in maniera diversa, organizzato per offrire servizi diversi come una piscina di condominio. Vivere in un palazzo esclusivo, con magari la piscina sul tetto, telecamere e custode all’ingresso non è forse la stessa cosa? Cos’è che fa la differenza? La facciata?».

Chi vi abita, oggi, come potete leggere, non ha piacere di mettersi in piazza con nome e cognome. Vi possiamo dire che tra gli inquilini ci sono dirigenti di banca, avvocati, medici e sportivi, che una casa di 140 metri quadrati costa 320 mila euro (poi ci sono le spese di mantenimento, verde, piscina...) e che delle 21 villette realizzate ne sono state vendute 20 e ce ne sono altre sette pronte al via. «È un progetto che funziona», dice Federico Berno, il venditore (potrebbe dire il contrario?). I numeri paiono dargli ragione, il clamore degli ultimi giorni sicuramente ha alimentato la curiosità per lo stabile e lui non nega che il fattore sicurezza è un valore aggiunto, e lo rimarca: «Oggi per la gente sentirsi in un luogo protetto è importante, c’è chi non potrebbe mai vivere in campagna, tra poche case sparse. Questo è un contesto familiare e protetto. E piace. Il muro? C’è, ma c’è anche qui davanti, da anni, attorno alla nuova sede della casa di riposo Israa. È alto tanto quanto quello di Borgo San Martino, ma nessuno ha detto nulla».

«Non nascondo di aver comprato casa qui per essere tranquillo con la mia famiglia», dice un giovane residente, «lo considero una soluzione coccola, ci si conosce tutti, si vive tranquilli. Residence fortino? Non credo proprio, guardate davvero quant’è lungo il muro... quaranta metri, il resto è una recinzione aperta alta due metri scarsi. E di simili ce ne sono migliaia».

«La recinzione, di muro o di ferro che sia, mi dà sicurezza. È un male?», domanda una residente, «Non capisco tanto clamore. Mi piace sentirmi sicura e qui lo sono. E poi, insomma, non c’è mica il filo spinato tutt’attorno alla casa». Su facebook il borgo ha anche un profilo: «Un'isola felice in una Treviso in espansione». In provincia ha anche un fratello: La Corte dei Franchi, a Castelfranco, anche lì villette moderne con piscina e una recinzione di tre metri, in parte a muro, in parte a rete metallica.

 

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