I party clandestini: la trasgressione lungo Sile e Piave e nei capannoni

TREVISO. Il più spinto? La festa stile afterhour, con sballo assicurato, e cocktail adeguati, in una barchessa non molto distante da una suggestiva ansa del Sile. Divertimento e trasgressione sicuri, garantiscono gli organizzatori, che vantano peraltro un know how nel settore “fuoriorario”, in mezzo Veneto.
Il classico che non tramonta mai, neanche ai tempi del Covid? Il casale fra monte Tomba e Cima Grappa, ai confini tra il versante trevigiano e bellunese, affittato per diversi giorni dal gruppone di amici. Partenza nell’insospettabile 30 dicembre e rientro la prima settimana di gennaio. O, in alternativa, per i poco montanari, la location vicino alla Laguna. Il veglione canonico, nel più rigoroso protocollo di San Silvestro? Ecco la villa a poca distanza dal Piave, per una festa che non fa perdere rito e tradizione.
Se invece amate la musica, e vi piacerebbe dimenarvi in pista, c’è persino il dj set assicurato: nell’ex capannone vicino al Sile, opportunamente riattato e trasformato in contenitore multifunzionale e già rodato nelle ultime settimane, nei gettonatissimi weekend clandestini. Anonimato d’obbligo, come le location. I Comuni rivieraschi del Piave vanno per la maggiore, quest’anno.
Tutto già preparato, e verosimilmente collaudato tra 24, 25 e 26, per gli ultimi ritocchi agli spazi, agli addobbi, alle distanze sulla carta rispettate, almeno all’ingresso e all’accoglienza degli invitati.
E raccontano che gli organizzatori – come se la clandestinità non avesse modificato nulla – abbiano fatto le cose per bene, al punto da aver coinvolto anche servizi di catering, che mai avrebbero pensato di fronteggiare ordinativi, diciamo così, non su scala familiare, in queste festività che passeranno alla storia per il primo Natale blindato per l’umanità, ma non per gli irriducibili.
Oddio, un effetto della stretta c’è, sul numero degli invitati: niente folle e porte aperte, come ai bei tempi, in villa tra le 20 e le 30 persone, nei capannoni e nelle barchesse non più di 30-40. Anche al party stile afterhour ingressi decisamente razionati, un po’ per il Covid, un po’ per il timore di essere scoperti, anche se si è in aperta campagna, meglio non spargere troppo la voce, di questi tempi dove la stangata è dietro l’angolo, pardon il bancone.
E così le chat si sono ristrette agli amici più fedeli, il tam tam è attentamente filtrato. «Mi sono arrivati un paio di inviti», conferma uno dei viveur della piazza, «ora vedrò cosa fare». «Qualcosa c’è sempre, per chi vuole far festa», sorride sornione il professionista, che tiene banco sin dagli anni ’90, «alla fine la voglia di divertirsi crea sempre situazioni interessanti».
GLI APPARTAMENTI TURISTICI
Per chi non vuole uscire troppo dalla città, l’opzione è quella degli appartamenti un tempo foresterie per i turisti e ora rimasti sfitti. Una dozzina, magari fuori mura e non in contesti di vicinato sul chi va là, è stata già prescelta per feste più ristrette e a regime ridotto. Comunque, convivi da 10-15 invitati, anche in questo caso con adeguato servizio di catering. E pure per molti di questi ritrovi, prove generali alla viglia, magari per il rito dei bigoi in salsa. C’è chi non vuole proprio rinunciare al rito della vigilia, che vedeva le compagnie itineranti dalla piazza fino alla zona di piazza del Grano passando per la Pescheria.
I locali da anni templi di questa processione prima e dopo l’ora di pranzo hanno già deciso di anticipare il party al 23 dicembre, ultimo giorno di zona gialla. «Mica è la stessa cosa», dicono i puristi. C’è’ solo l’imbarazzo delle scelta, e gli appelli a evitare ogni ammassamento, dei coprifuoco e dei giorni di zona rossa sembrano non aver smosso quel popolo.
LE SECRET ROOMS SERALI
Poi, per gli habitués dei locali nelle ore serali, restano le “secret rooms”, come sono state ribattezzate le stanze, le pertinenza, i retrobottega di alcuni bar, osterie, wine bar, opportunamente riconvertiti in «banconi clandestini» nelle fasce serale e notturne. Ne sono sorte svariate alcune nell’hinterland, soprattutto ai confini con le province di Padova e Venezia, ma anche fuori Treviso. Avrebbe invece prudenzialmente chiuso una secret room, riservata ai clienti più fedeli di una nota osteria del centro, quasi una più ampia sala degustazione da cantina. «Il titolare ha deciso di sospendere tutto per le festività» dice uno degli avventori, «magari si riprenderà dopo, ma l’auspicio è che non ci sia più la serrata delle 18». —
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