I palazzi di Treviso, storia e storie tra vecchie mura

Tutti i palazzi storici della città spiegati e raccontati in un libro unico. L’architetto Marangon: "Ho cercato di investigare questo mondo fatto di bellezza, di arte e di cultura, legate alle vanità degli umani"
Palazzo Spineda
Palazzo Spineda

TREVISO. Un conto sono i nomi, un conto le storie. Treviso, come dicono i turisti che si guardano attorno, è un fiorire continuo di palazzi storici. Il cui nome si conserva in memoria non tanto per la loro storia, quanto per l'uso, a volte poco rispettoso, che se n'è fatto. Un poliambulatorio dell'Usl, un ufficio postale, il municipio, il megastore di abbigliamento che vi si è infilato proditoriamente. Di molti, insomma, si ripete il nome senza sapere quante storie e quanta storia contengano. Di altri si ignora perfino il nome e vengono indicati per il negozio che c’è sotto il portico.

Palazzo Da Lezze Avogadro
Palazzo Da Lezze Avogadro

Per fortuna c’è Igino Marangon, laureato in Architettura nel 1983 e iscritto all'ordine degli Architetti di Treviso dal 1985. Dopo Architetture Venete, Rustici e Ville Minori e Casoni, rustici e barchesse, due mesi fa ha dato alle stampe un libro che rappresenta un regalo fantastico - pensateci per Natale, costa pure poco _ che racconta la storia dei "Palazzi di Treviso", circa duecento, in origine concepiti come abitazioni nobili o di famiglie benestanti, costruiti nel corso di 700 anni, dal Duecento all'Ottocento, entro le mura.

Palazzo Zuccareda
Palazzo Zuccareda

Un tesoro architettonico, opera di grandi architetti o di autori meno conosciuti o anonimi. Molti di questi edifici, tra l'altro, conservano ancora, al loro interno, opere d'arte e gioielli di artigianato. «I palazzi sopravvivono a chi li ha voluti, a volte secoli; prima o poi andranno in rovina a seguito di eventi naturali o causati dall'uomo - dice l'autore - Ho cercato, con le mie poche forze, di investigare questo mondo fatto di bellezza, di arte e di cultura, inevitabilmente legato agli egoismi e alle vanità degli esseri umani». Ci regala anche una mappa dettagliata, Marangon, per poi portarci a spasso, con foto pulite e suggestive, per case-torri del Medioevo, oppure per suggestioni come nel caso delle Canoniche nuove.

Ci dice tutto di Casa Poletto, che magari per voi è nota solo per le vetrine delle scarpe sportive, oppure della casa romanica di via Avogari. Ci svela il marchio duecentesco di Ca' dei Carraresi o i misteri di palazzo Ravagnini Rinaldi, ovvero del municipio2 della città, raccontandocene i diversi abiti e i legami con Ca' dei Ricchi e Ca' da Noal. Gli danno una mano gli storici dell'arte e dell'architettura, come Coletti, che nei loro scritti hanno lasciato anche ritratti di palazzi ormai definitivamente mutati o scomparsi, come il quattrocentesco Palazzo Bressa demolito nel 1815, a due passi da San Nicolò, per farci la "piazza della legna", per fortuna anch'essa giustiziata dal tempo.

Oppure palazzo Pola (della famiglia Pola, alla faccia di chi pensa che la piazza in cui sorgeva prenda il suo nome dalla città croata) distrutto nel 1843. Alcuni di questi palazzetti - a volte veri e propri complessi, come il già citato Rinaldi - sono magicamente salvi, come Casa Giustinian in riviera Santa Margherita. Alzi la mano chi conosce palazzo Manolesso Ferro, eppure è lì a mostrarsi in via Collalto, e chi conosce il cinquecentesco palazzo Bova Bampo, che pure s'affaccia sulla Teresona? I passaggi di proprietà hanno fatto grondante di nomi palazzo Rolandello Adimari Moretti Avogadro in via Diaz e Palazzo Bologna non gode di notorietà, con questo nome, in via Sant'Agostino.

In via San Leonardo, poi, nessuno si sognerebbe di trovare, sotto palazzo Minelli Giacomini Rigamonti una stanza che s'illumina grazie a una finestra orizzontale sopra le acque agitate dal molino della Pescheria. E sapete che Palazzo Onigo a due passi dal Comunale è l'unico sopravvissuto dei cinque palazzi Onigo della città? Se andate poi a prendervi le sigarette in piazza San Leonardo, a due passi da Santa Rita, alzate gli occhi: potreste scoprire la dolcezza delle linee di palazzo Di Rovèro... Potremmo andare avanti per molto tempo così, seguendo le storie che ci racconta l'architetto Marangon. Vi consigliamo di andarvele a leggere. O di farlo fare a qualcuno cui volete bene. Palazzi di Treviso, di Igino Marangon, Ramusio editore, euro 16.00

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