«I laghi di Revine sono privati»

REVINE. I laghi di Revine e Tarzo sono in vendita, in blocco. Ad annunciare la disponibilità alla trattativa privata, non certo a condizioni di esproprio, è l’associazione dei proprietari "I nostri laghi", tramite il portavoce Rino Rizzo. I componenti vantano documenti che attestano la proprietà delle acque, un caso praticamente unico in Italia, dove l’acqua in genere è pubblica. «Abbiamo la documentazione che attesta la proprietà delle acque, valida», dice Rizzo, documenti alla mano «Mio nonno ha fatto un mutuo, a suo tempo, per acquistare l’appezzamento di lago che ho ereditato». Da qualche giorno c’è un ricorso al Tar, depositato da una quarantina di proprietari, contro una recente ordinanza della Provincia che diffida chiunque dal mettere boe o recintare in qualche modo le acque. Acque pubbliche, secondo la Provincia. Ed è qui che sta il problema, soprattutto dopo che, sempre per l’intervento della Provincia dopo le proteste di numerosi pescatori, è naufragato il tentativo di gestione della pesca che i proprietari dei “Nostri Laghi” avevano cercato di avviare l’anno scorso interessando la Fips. È scattato il ricorso al Tar dei proprietari che, spiega Rizzo, puntano tutto sul tribunale per decidere la questione. Non è esclusa neanche la vendita in blocco, a condizioni di trattativa privata, s’intende: «Il ricorso in tribunale dimostrerà il nostro diritto di proprietà sui laghi. Tra i proprietari ci sono anche i Comuni di Tarzo e Revine, che, insieme alla Provincia, invece ora sostengono trattarsi di acque pubbliche. Se proprio desiderano farne acque pubbliche siamo disponibili a sederci intorno ad un tavolo e valutare la cessione in blocco delle acque. Ma non certo a condizioni di esproprio». L’assessore provinciale Mirco Lorenzon, dal canto suo, si è detto già da tempo sicuro sull’esito di un eventuale ricorso: sarà palese la natura pubblica delle acque.
Alberto Della Giustina
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