I frati lasciano la chiesa Votiva. Arriverà un parroco “diocesano”

Storico passaggio: i minori francescani salutano dopo 76 anni al servizio della comunità. Se ne vanno anche dal convento: quartiere in subbuglio, c’è chi teme ripercussioni sulle attività

TREVISO. Dici chiesa Votiva, a Treviso, e pensi subito ai minori francescani. Ma adesso lo storico connubio, dopo otto decenni di intensissima vita spirituale, comunitaria e associativa in città, è destinato a rompersi definitivamente.

I frati minori francescani lasciano la chiesa Votiva, che tornerà dunque parrocchia a tutti gli effetti diocesana - con un parroco e un cappellano – e non più affidata all’ordine, come da decreto episcopale del 1940 dell’allora vescovo Bartolo Antonio Mantiero, che assegnava ai frati minori la cura delle anime.

E dopo l’estate lasceranno – sembra ormai certo – anche il convento. Un passaggio quasi epocale, dopo oltre trequarti di secolo. Le voci si rincorrono da giorni, nel quartiere, dentro e fuori il vastissimo complesso che circonda la chiesa. Alla parrocchia fanno capo direttamente asilo e cinema, poi l’oratorio (affidato al circolo Noi-Anspi); il patronato (affittata la scuola privata «Galilei») e infine i vastissimi impianti sportivi, la palestra, i campi da calcio e atletica, e i campetti outdoor per basket, tennis, calcetto e pallamano. Quelli di calcio sono oggi gestiti all’asd Condor Treviso, ma non è più attiva la pista di atletica, culla di un vivaio straordinario che tanti campioni ha sfornato. Resta invece la vivacissima società di pattinaggio Aurora.

A giorni è convocato il consiglio pastorale, poi ci sarà l’annuncio ufficiale del parroco, il reverendo Maurizio Vanti, che è coadiuvato dai vicari, i reverendi, Carlo Rinaldin e Adriano Contran. Il reverendo Vanti, molto sitmato dalla comunità, è succeduto nove anni fa al reverendo Camillo Bianchin. Forse già domenica, nelle diverse celebrazioni liturgiche, la «partenza» dei frati sarà ufficializzata ai fedeli.

L’abbandono del convento va letto in un’ottica di riorganizzazione della Provincia del Nord e i frati monti, che avrebbero lasciato altre parrocchie nel Triveneto e nel Nord Italia, conseguente alle crisi vocazionale e alle crescenti difficoltà di gestione di quelli che un tempo erano centri religiosi che generavano pure risorse. Il convento si affaccia sul vasto piazzale della chiesa, da tempo park scambiatore non ufficiale della città.

Nel convento, peraltro, è ospitato anche il Commissariato di Terrasanta per il Triveneto, l’organizzazione dei frati minori francescani che è responsabile della custodia dei luoghi sacri in Terrasanta e promuove e organizza la loro conoscenza tramite viste e pellegrinaggi a Gerusalemme e nei luoghi santi d’Israele

Tutti scenari, comunque, successivi alla nomina del nuovo parroco, che spetterà ora al vescovo di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, francescano conventuale. In Diocesi, peraltro, la vicenda è seguita con la massima attenzione.

Facile capire come la notizia abbia nel frattempo messo in subbuglio il quartiere: da giorni, lungo il primo tratto di via Sant’Antonino e nell’area adiacente l’ospedale, fino alla zona di via Mozzato, non si parla d’altro.

Alla chiesa Votiva - che per storia, posizione e imponenza è ben nota a tutti i trevigiani, che vi transitano davanti quando si recano al Ca’ Foncello – fanno riferimento otre seimila parrocchiani, e poco meno di duemila nuclei familiari. E la chiesa e la vastissima cittadella – che si estende a sud e a ovest della chiesa, ben oltre i muri del convento adiacente la chiesa – hanno visto e scritto pagine di storia della vita cittadina, prima e dopo il secondo conflitto mondiale. Tuttora la comunità è una delle più attive di Treviso, tanto da attirare fedeli e giovani da altre parrocchie, forte anche della sua identità storica. Non deve stupire se ci sia forte apprensione, in moltissime famiglie, per il futuro del Grest, l’attività estiva dell’oratorio, un servizio molto apprezzato in questi anni.

 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso