I coniugi tornavano da una visita medica fatta al Ca’Foncello
Sono morti insieme come insieme erano vissuti. L’ architetto sandonatese Vittorio Manfron, 76 anni e la moglie, Maria Fiorenza Linguanotto di 74, originaria di Oderzo, sono morti sul colpo ieri pomeriggio. Manfron aveva accompagnato la moglie a una visita allergologica all’ospedale di Treviso. Una visita preventiva, nulla di grave. Lungo la tangenziale hanno trovato la morte, dopo l’urto con un camion alle 16.20. Per la coppia non c’è stato nulla da fare.
Vivevano in un appartamento nella centralissima piazza Rizzo di San Donà di Piave, a due passi dallo studio di progettisti in via XIII Martiri che Manfron condivideva con l’architetto Giorgio Scarmoncin, assieme al quale aveva lavorato una vita. Nonostante fosse in pensione, era ancora molto attivo e aveva vissuto tutte le fasi dell’architettura, dal disegno a mano fino al computer di cui era considerato un precursore. L’architetto Manfron era molto conosciuto per la sua professione di architetto, docente prima alla scuola superiore per i geometri e poi docente ordinario allo Iuav di Venezia per molti lustri, quindi direttore del corso di edilizia che si era tenuto per anni a San Donà e Portogruaro. Era riuscito così a portare la sede universitaria distaccata di Venezia anche nel Basso Piave. Una battaglia culturale che aveva condotto con passione e serietà, credendo in quell’ ambizioso progetto che poi si era interrotto bruscamente. Suoi i progetti di moltissime abitazioni, poi di strutture di grande rilevanza quali la casa di riposo di San Donà, la galleria civica al centro culturale da Vinci, Ca’ Manetti a Eraclea, il museo di Boccafossa a Torre di Mosto.
Manfron era stato inoltre consigliere comunale nelle fila del Pci per 10 anni fino al 1990, a testimonianza dell’impegno profuso per la sua città e l’estremo senso civico. E aveva lavorato anche alla stesura di numerosi piani regolatori dei Comuni del territorio. Innumerevoli le sue pubblicazioni nel settore scientifico, mentre spesse era chiamato come relatore in occasione di convegni e iniziative culturali. La moglie Maria Fiorenza, o solo Fiorenza come la conoscevano gli amici, era legatissima a lui. Originaria come la sua famiglia di Oderzo, non aveva avuto figli.
A San Donà vive ancora la sorella Tiziana, distrutta dal dolore e i nipoti. La donna aveva la passione della lettura e le piaceva scrivere, soprattutto poesie. Una donna piena di vita che coltivava le tante amicizie a San Donà e in Veneto e con il marito Vittorio partecipava anche a momenti culturali e conviviali di una certa importanza.
Parenti e amici ora attendono la data dei funerali che saranno celebrati nel duomo di San Donà una volta giunto il nulla osta della magistratura, probabilmente settimana prossima. Ieri, alle condoglianze alla famiglia, si sono unite anche quelle del sindaco di San Donà, Andrea Cereser, a nome della città per la perdita di un cittadino illustre che ha contribuito alla crescita della città.
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