I compagni di fabbrica in cimitero da Luisa
A 16 anni dall’esplosione che costò la vita all’operaia dell’Electrolux il tributo a Collalbrigo

SUSEGANA. Un minuto di silenzio, all’alba, per ricordare Luisa Ciampi. E per rinnovare l’impegno nella sicurezza. L’Electrolux ha fatto memoria della sua operaia deceduta il 15 aprile 2002, a seguito di una tragica esplosione in fabbrica, avvenuta 5 minuti dopo l’inizio del primo turno, con ben 8 feriti, tra i quali anche Luisa. La giovane mamma, che ha lasciato un figlio in tenera età, riposa nel cimitero di Collalbrigo ed è lassù dove si sono recati i suoi compagni di lavoro per portare un fiore e recitare un requiem. Come avviene ogni anno. A ricordare il dramma consumato 16 anni fa c’è il display all’ingresso della fabbrica che fa memoria dei giorni trascorsi senza un incidente in stabilimento. Il disastro fu originato da una fuga di gas non rilevata.
Quando gli operai accesero i cannelli di saldatura della linea 3, il gas esplose con un boato ed una palla di fuoco che avvolse 8 operai, bruciò vestiti e carni. Ben 8 gli ustionati, sette sopravvissero, Luisa no. Ogni anno, come ieri, c'è un momento di raccoglimento collettivo presso lo stele nel luogo dell'incidente, posta in quel posto a monito e memoria. Il tempo ha mutato molto della fabbrica ma non quel punto, dove tutt'oggi si salda. Scomparsa la buca, in cui scendevano gli operai, via quel gas pesante, nuove sicurezze sono intervenute, ma la paura che quei sistemi complessi, quei fluidi gassosi, quegli enormi impianti in costante evoluzione possano nascondere rischi è sentimento – confermano gli ex delegati di fabbrica - depositato nel profondo dell'animo di tanti operai. Qualche compagna di lavoro di Luisa ha ritirato ieri dal cassetto la lettera aperta che le era stata scritta poche settimane dalla morte. «Cara Luisa, da quel 12 novembre abbiamo sempre avuto un pensiero e una preghiera per te, con la speranza che ce la potessi fare, ma purtroppo così non è stato, e avremmo voluto almeno che ti fosse dedicata un'intera giornata di silenzio e lutto, ma non è stato possibile nemmeno questo perché una parte delle Rsu e l'azienda non l'hanno ritenuto necessario». Poi il passaggio più forte della lettera: «Siamo rimaste così a lavorare con lo sgomento di ciò che è accaduto (dimostrando così ancora una volta che la produzione è più importante di una vita umana). Cara Luisa, siamo certe che tu da lassù ci seguirai perché non possa mai più accadere ciò che tu hai provato e vissuto nella tua lunga agonia».
(f.d.m.)
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