«I cannoni antigrandine salvano i raccolti»

Gregorio Bortolin da 35 anni «spara» a ogni temporale: «La statistica è dalla parte degli agricoltori»

VALDOBBIADENE. Il mastro cannoniere antigrandine vive a Valdobbiadene e si chiama Gregorio Bortolin. Da 35 anni spara ogni volta che le nubi di un temporale si affacciano minacciosamente sui suoi vigneti di Prosecco docg. Oggi «spara» su chi contesta il suo operato: troppo rumore, quei cannoni, e nessuna valenza scientifica? «Tutte balle», assicura lui, venerato come un santone dai colleghi cantinieri, che anzi, si lamentano perché spara troppo poco. «I cannoni servono. E anche i tuoni svegliano la gente di notte». Bortolin è stato il primo, trent’anni fa, a comprarsi e installare un cannone antigrandine. Oggi la proprietà dei cannoni è del Consorzio di Difesa, ma ad azionarli sono sempre gli agricoltori. Nessun pulsante particolare, basta un telefonino: «Controllo i quattro della zona di Valdobbiadene» racconta Bortolin. Chi decide quando sparare? «Controlliamo il radar meteorologico in internet, ma ci basiamo anche sulle nostre conoscenze, e sulle tradizioni tramandate da nonni e genitori, che il tempo sapevano prevederlo guardando il cielo». Qualcuno, anche per questo, gli contesta che azionare i cannoni antigrandine, privi di qualsiasi autorità scientifica, sia come affidarsi a uno sciamano. La grandine si forma troppo in alto, e in un’area troppo frammentata, perché una cannonata di onde sonore la possa disturbare: «Una scienza accettata da tutti è la statistica. E da quando usiamo i cannoni, riusciamo sempre a preservare il raccolto. Trent’anni fa le grandinate si portavano via il 200% della vendemmia: rovinando le gemme, svaniva anche il raccolto dell’anno successivo. I cannoni frammentano i chicchi, e il danno massimo rilevato è stato del 40%, poi recuperato con i trattamenti. Cerchiamo di salvare il nostro reddito, e invece siamo trattati con ostilità e diffidenza». E c’è poco da scherzare, per Bortolin, anche sulle campane che i contadini facevano suonare una volta all’arrivo del temporale: «Il meccanismo delle onde sonore, per frammentare i chicchi di grandine, è sempre lo stesso». I cannoni sparano una volta ogni 14 secondi, durante un temporale. Quest’anno sono stati utilizzati meno, vista la siccità, ma qualcuno si è lamentato lo stesso. «Poi magari sono quelli che si mettono le cuffiette nelle orecchie per ascoltare musica a tutto volume».

Andrea De Polo

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