«Ho sentito gridare aiuto poi quel corpo rotolare»

CONEGLIANO. «Quando ho sentito gridare “Aiuto” ho alzato lo sguardo verso il condominio ed ho visto il corpo roteare in aria. Pensavo che fosse un manichino. Ho pensato ad uno scherzo visto che siamo a Carnevale. Ma quando ho sentito il tonfo dell’impatto del corpo al suolo ho capito che si trattava di qualcosa di serio e sono andato nel cortile a guardare cos’era successo».
Remo Zanchetta, 55 anni, un’operaio dell’Ambiente, una ditta che cura i parchi di Conegliano, ha ancora impresso il volo che Paola Saporosi ha fatto dal balcone della sua abitazione.
Lui si trovava nel parco vicino al condominio Julia, e quando ha sentito gridare aiuto ha subito alzato la testa verso la palazzina vicina. Pensava ad uno scherzo ed invece era una vera e propria tragedia.
«Ho visto quel corpo rioteare in aria e pensavo che fosse un manichino. Ma l’impatto del corpo al suolo mi ha fatto cambiare idea. Allora mi sono precipitato ed ho visto che si trattava di una donna. Le ho tastato il polso. Nessun battito. Non c’era più nulla da fare. Poco dopo è accorso un altro uomo che ha chiamato la polizia».
Quell’uomo è Fulvio Zecchin un artigiano che si trovava nell’appartamento al primo piano della palazzina. «Ho sentito una donna urlare e poi un gran botto. Sono corso nel cortile ed ho subito chiamato la polizia». La moglie, Alba Zecchin, aggiunge: «Sinceramente pensavo che fossero stati i bambini del piano di sopra a combinare qualcosa. Quando però mi sono affacciata al balcone ho visto una gamba ed ho capito che si trattava di una tragedia».
Un vicino di casa, che abita al nono piano della palazzina, un peruviano che assiste don Fiorentino Tommasella, l’ex parroco di Fratta, è ancora scosso dall’accaduto: «Ho sentito gridare aiuto e sono subito salito perché pensavo che un anziano che abita al decimo piano avesse bisogno di aiuto. Mamma mia, che tragedia».
In pochi minuti, il cortile della palazzina si riempie di inquilini. La voce della tragedia si estende a macchia d’olio. inizialmente si pensa ad una disgrazia. Poi la verità viene a galla.
Maurizio Ceschin, amministratore del condominio Julia, racconta di una donna seria e riservata. «Questa è una palazzina costruita nel 1975. La signora Saporosi, però, era arrivata ad abitarci stabilmente, quattro anni fa. Era un apersona molto riservata ma segnata da molte tragedie. Prima la morte del primo marito, Fiorenzo Muser, dalla quale ha ereditato l’appartamento. Poi, cinque anni fa la morte del figlio, stroncato da un malore negli Stati Uniti. Nonostante tutto era una persona cordiale e gentile. L’ho sentita qualche mese fa per un problema di scarichi. Un problema che abbiamo subito risolto. Il figlio? Francamente non lo conosco Non l’ho mai visto da queste parti».
Un’inquilina della palazzina, Marisa Orlandini, conosceva bene la vittima. «Amava molto i suoi cani, ne aveva due, entrambi bastardini di piccola taglia. L’ho incontravo di mattina, mentre li portava a spasso».
Un’altra vicina di casa ricorda un particolare episodio: «Amava i cani e proprio l’estate scorsa il suo “Pedro”, mentre attraversava la strada, è stato investito ed è morto. Lei era molto affezionata e c’era rimasta molto male. Per questo motivo ne aveva ordinato un altro. L’altro giorno l’ho vista con quello nuovo e l’inseparabile “Paco”. era felice e serana. Non avrei mai immaginato che facesse una fine del genere».
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