«Ha visitato i pazienti mentre era positivo». Ma il medico trevigiano non ci sta: «Io negativo al rapido»

FREGONA. Il dottor Ivan Da Ros, 65 anni, medico di famiglia con ambulatorio a Cappella Maggiore, segue anche gli anziani della Rsa Casa Amica di Fregona. L’azienda sanitaria lo accusa di aver visitato dei pazienti nonostante la positività al Covid all’interno della casa di riposo, con l’aggravante di non essersi vaccinato contro il virus.
Lui, difeso dall’avvocato Barnaba Battistella di Oderzo, conferma di non essersi immunizzato ma non si riconosce nel ruolo di untore né in quello di free-vax.
Cosa è successo?
«Venerdì 12 marzo la segretaria del mio studio, che ha la postazione a dieci metri dalla mia scrivania in ambulatorio, resta in servizio fino alle 11 del mattino. Nel pomeriggio, una volta a casa, inizia a stare male. Il giorno dopo va a fare il tampone e mi telefona per dirmi che è positiva al Covid.
Lunedì 15 marzo sono in servizio alla Casa Amica di Fregona, visto il precedente della mia segretaria, faccio il test antigenico rapido che risulta negativo. Nel frattempo mi informo attraverso il Servizio igiene e sanità pubblica dell’Ulss. La regola è: obbligo di fare il test quando si entra in contatto con un positivo, ma se non è un contatto stretto non si è tenuti all’isolamento.
Io ero risultato negativo al test, per cui ho continuato a lavorare. Per di più non considero il contatto con la segretaria un contatto stretto visto che non siamo conviventi, non siamo stati assieme in maniera prolungata e ravvicinata, e abbiamo sempre indossato i dispositivi di protezione».
Poi cosa succede?
«Martedì 16 marzo rifaccio il test, pur non avendo nessun sintomo e pur non essendo tenuto a farlo, visto che ero risultato negativo il giorno prima. Uno scrupolo di prudenza. Il test di martedì risulta però dubbio, cioè positivo da una narice e negativo dall’altra. Prima di fare questo test e riceverne l’esito ho fatto due visite vedendo un paio di pazienti, sono stati il mio unico contatto prima dell’esito, avevo protezioni e mascherina Ffp2. Una volta che ho avuto il responso ho sbrigato alcune pratiche da solo e poi sono andato a casa. L’indomani, mercoledì 17 marzo, vado a fare il tampone molecolare tramite l’Ulss che risulta positivo. Da quel giorno sono in isolamento a casa. Non ho messo più piede in casa di riposo».
Ci sono stati altri contagi in struttura?
«La struttura è stata allertata della mia positività, lo screening agli ospiti viene fatto di continuo. Credo di non aver contagiato nessuno all’interno della Rsa. Dopo 5-6 giorni c’è stata un’infermiera positiva, ma aveva delle positività anche all’interno della sua famiglia. E poi una seconda infermiera probabilmente infettata da questa collega».
Quand’è che si sente con l’Ulss 2 per approfondire l’accaduto?
«Giovedì 18 marzo ho contatto la dottoressa Piera Bonato, responsabile delle Cure primarie del distretto di Pieve di Soligo, mi ha detto che non mi sono attenuto alle disposizioni perché dovevo stare in isolamento dal momento che ho conosciuto la positività della segretaria. Ma non l’ho ritenuto un contatto stretto».
Perché non ha aderito alla vaccinazione contro il Covid?
«Sono in stand-by. Non sono né pro né contro, mi sono preso ancora un po’ di tempo per decidere. Tra l’altro i 136 ospiti della Casa Amica sono stati tutti vaccinati e ho seguito in qualità di medico della struttura la loro campagna vaccinale».
Ci sono stati dei provvedimenti nei suoi confronti?
«Non sono stato informato di nulla, né della segnalazione alla Procura né di quella all’Ordine dei Medici. Non ho ricevuto notifiche. Leggo che l’ufficio legale dell’Ulss ha fatto le verifiche del caso, ma io non sono mai stato interpellato, la mia versione finora non è stata richiesta. Non so se dimettermi dalla casa di riposo, sono 26 anni che lavoro lì, da solo, seguendo tutti i pazienti. Non so più se valga la pena complicarsi la vita per poi avere questi risultati di ritorno. Apprendo di essere stato accusato di procurato rischio pandemico ma ritengo di aver agito sempre nella sicurezza dei miei pazienti». —
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