Ha venduto l’auto 17 anni fa La Regione gli chiede il bollo
Ha venduto l’auto diciassette anni fa, eppure la Regione pretende da lui il bollo del 2008. Nell’inferno della cartelle pazze questa volta è caduto un ex comandate dei vigili urbani: Francesco Bergamo. Nonostante la sua competenza in materia - sei anni vigile a Trevignano, 21 a Villorba di cui uno da comandante, e oggi impiegato nella cancelleria dei giudici di pace - e una sentenza a favore, il suo peregrinare tra uffici, Aci, Pra, motorizzazione, tribunale e Regione non si è ancora concluso.
La sua disavventura inizia lo scorso a gennaio. Nella sua abitazione di Lancenigo arriva la comunicazione dalla Regione Veneto, una della 28 mila inviate a trevigiani, con cui risulta che Bergamo non avrebbe pagato il bollo per il 2008 della sua Fiat 126. Inizialmente gli viene quasi da sorridere. Quella macchina, intestata alla moglie, l’aveva venduta addirittura nel 1995; eppure la Regione gli chiede di pagare 83,49 euro. Inizia un’odissea. Bergamo compila il modulo per i reclami, inviato nella stessa raccomandata, ci allega la procura a vendere dell’auto e la spedisce in Regione. Ma da Venezia arriva una nuova sorpresa: per il dirigente del settore, la procura a vendere «non libera il proprietario dall’obbligo di pagamento della tesse automobilistiche». Bergamo capisce che l’inghippo sta nel fatto che il nuovo proprietario non ha provveduto a far registrare il passaggio dell’auto. «Ma questo è un tecnicismo che chi ha fatto il mio lavoro può conoscere. Le leggi nel ’95 erano diverse, e bastava una firma dal notaio per vendere l’auto». Bergamo decide di rivolgersi al giudice di pace, citando l’acquirente della 126. E il tribunale gli dà ragione su tutta la linea. La mogie di Bergamo «ha perduto il possesso dell’autovettura Fiat 126 in data 4 settembre 2005», si legge nella sentenza del giudice Giorgio Pizziol, e ordina «al conservatore del Pra di effettuare l’annotazione sugli appositi registri in relazione alla suddetta perdita di possesso».
Bergamo allora si reca al Pra di Treviso, convinto che ora la partita sarà chiusa. Ma quando arriva allo sportello si sente dire che dovrà comunque pagare gli 83 euro. Protestando riesce a parlare con la direttrice che non è però di aiuto. Il risultato del colloquio è che nei registri del Pra viene riportato che la perdita della proprietà dell’auto è del 26 marzo 2012, ovvero il giorno in cui Bergamo si è presentato agli uffici. Dalla padella alla brace: questo dettaglio obbligherebbe Bergamo a pagare quanto chiesto dalla Regione. Con la minaccia di querela alla direttrice del Pra, riesce segnare un punto a favore: nell’originale del certificato di proprietà viene trascritto a penna che il passaggio di proprietà è avvenuto nel 1995. «Ma io ancora non so se è stato indicato nei registri, quindi non so se devo pagare».
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