Guardie aggredite nel carcere minorile di Treviso

La denuncia del sindacato Sappe: «I detenuti non sono nuovi a questo genere di violenze. Intervenga il ministro»

TREVISO. Secondini aggrediti nel carcere minorile di Santa Bona. È il Sappe a lanciare l’allarme denunciando le condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli agenti della polizia penitenziaria. Rimane dunque alta la tensione nelle carceri di Treviso, «una situazione sempre critica ed allarmante», come afferma Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

la denuncia. «Negli ultimi giorni, diversi agenti di polizia penitenziaria hanno riportato delle contusioni nel tentativo di sedare o contenere delle liti tra detenuti giovani e adulti ristretti presso la struttura detentiva minorile trevigiana», aggiunge, «una recrudescenza che dura da diversi giorni e priva di un buon governo della struttura penitenziaria minorile.

Inoltre, sembra che i principali autori di queste risse, siano soggetti con età compresa tra i 18 e 21 anni, quindi con capacità di intendere e volere da adulti, pertanto, pacifico appare che eventuali provvedimenti disciplinali (in ordine crescente di afflittività) se non penali, debbano essere applicate in modo adeguato».

l’appello. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha quindi sollecitato il ministro e capo dipartimento Giustizia minorile a intervenire: «In tutti i casi, sono stati momenti di grande tensione, gestiti con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari.

Quanto accaduto nell’IPM di Treviso deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio. Le carceri per minori non esistono praticamente più, visto e considerato che oltre la metà (226) dei circa 400 detenuti presenti è ultramaggiorenne, spesso con una personalità delinquenziale spiccata e consolidata.

Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile».

Per il Sappe è dunque ora «di dire basta a Istituti Minorili “territorio di nessuno”.

Non è “rieducazione” un istituto che mette insieme un 14enne alla prima esperienza detentiva con un 24enne dalla provata e comprovata personalità delinquenziale.

La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quando prima tale questione. Il Sappe, in merito a quanto accaduto, intende rivolgere la propria vicinanza ai poliziotti feriti nella specifica circostanza, nonché l’apprezzamento per il coraggio e le capacità dimostrate dai baschi azzurri dell’IPM di Treviso».
 

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