Gruppo Grigolin, 70 dipendenti a rischio

SUSEGANA. La crisi colpisce anche i big della ghiaia e tra questi anche il gruppo Grigolin che sta pensando a un piano di ristrutturazione che potrebbe portare anche a una riduzione del personale pari al 10-15%. Per il momento si parla di ipotesi, come ha spiegato il titolare Roberto Grigolin, e non è detto che si arrivi poi ai licenziamenti veri e propri, ma il termometro della preoccupazione per la situazione economica che ha travolto il settore delle costruzioni sembra segnare valori alti anche per un gruppo come questo che ha alle sue spalle 50 anni di storia ed esperienza e 700 dipendenti. Un gruppo che ha contribuito e non poco alla crescita economica di questo angolo del Nord Est. «Fino a 4 -5 anni fa il quadro era diverso», spiega Grigolin, «abbiamo tenuto duro, ma la situazione da ottobre sta peggiorando continuamente». Sullo sfondo ci sono le situazioni che vivono le imprese strette tra clienti che non pagano e un momento tutt’altro che roseo. Per i dipendenti della Super Beton, una delle imprese di questo colosso della ghiaia, qualche avvisaglia è arrivata ad inizio 2013 quando l’azienda ha comunicato ai responsabili la volontà di voler ridimensionare i benefit legati ai pasti per le trasferte dei dipendenti. Dal primo febbraio cioè si sarebbero dovute chiudere le convenzioni attualmente in essere con i ristoranti riconoscendo solo un ticket di 5 euro a quei lavoratori che si trovano impossibilitati a raggiungere la mensa aziendale, per questioni di distanza o mancanza di tempo o perché condizionati dal dover rispettare i tempi di guida (è il caso ad esempio di chi si occupa del trasporto del materiale). La cosa poi è stata congelata per l’intervento delle organizzazioni sindacali che hanno chiesto un incontro in programma la prossima settimana. Questa però è solo una delle decisioni al vaglio, come spiega lo stesso titolare dell’azienda. «Stiamo entrando in un piano di ristrutturazione e vedendo determinate posizioni», spiega Roberto Grigolin, «tra le condizioni in discussione ci sono la riduzione del personale, la flessibilità degli orari, il nostro inquadramento nel mercato e i costi in generale». Ma le realtà che hanno operato un taglio dei costi a sfavore dei dipendenti sono anche altre. A ridurre i rimborsi per i pasti al ristorante del personale impiegato nelle estrazioni è stata, già a partire dal giugno scorso, anche Ghiaia di Colfosco. L’azienda è passata da un rimborso di 10 euro a uno di 5, poi portato a 7 euro con l’intervento delle organizzazioni sindacali. «Abbiamo chiesto un piccolo sacrificio ma la nostra intenzione è quella di rimanere nel mercato», spiega il titolare Daniele Montesel, «Abbiamo chiesto di tirare la cinghia un po’ tutti più che per mantenere il pasto, per mantenere il posto di lavoro». Il difficile momento economico, dunque, non ha lasciato indenni nemmeno i colossi della ghiaia nella Sinistra Piave.
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