Grigolin restituisce al fisco 4,5 milioni

SUSEGANA. Un debito Iva con il fisco da circa quattro milioni e mezzo di euro. È questo il motivo del sequestro preventivo da quasi 7,2 milioni di euro disposto (e in parte già revocato) dal giudice a carico del Gruppo Grigolin. L’azienda ha già concordato un piano di rientro con la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate: rate trimestrali da circa 400 mila euro ciascuna, con pagamento già iniziato alla fine dello scorso anno. Nonostante ciò, la Procura segue la sua strada: c’è un fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di omesso versamento Iva.
Non si tratta di evasione fiscale, ci tengono a precisare dall’azienda tramite i propri legali. Non senza un pizzico di irritazione: «Ci viene contestato un mancato versamento di Iva di fatto non ancora incassata», spiega l’avvocato Piero Barolo, «E la ragione del mancato tempestivo versamento all’erario non è affatto dipesa da un’evasione fiscale, bensì solo dal mancato percepimento sia dell’imponibile, sia dell’Iva dai propri clienti». Tutto per colpa «della devastante crisi economica e finanziaria». «Di fatto la mano sinistra non sa cosa fa la destra», dice l’avvocato Michele Tiengo, «perché la Procura contesta il mancato versamento Iva quando in realtà è già in corso un piano di rientro concordato con l’Agenzia delle entrate. È un comportamento penalmente rilevante? C’è dolo in tutto ciò?». Le domande dell’avvocato suonano volutamente retoriche: è sottinteso il suo «no» di risposta. Ora l’obiettivo del gruppo attivo nelle costruzioni e nei materiali per l’edilizia è quello di convincere di ciò anche il pubblico ministero titolare del fascicolo.
Una vicenda in cui ballano cifre consistenti. Il sequestro preventivo disposto dal giudice per le indagini preliminari ammontava a un massimo di quasi 7,2 milioni di euro: una stima calcolata prudenzialmente (dal punto di vista del creditore, ovviamente) per eccesso. La somma complessiva che sarà versata al fisco oscilla tra i quattro e i cinque milioni di euro. Carte del piano di rientro alla mano, il Gruppo Grigolin ha già ottenuto il dissequestro di «buona parte» dei beni sottoposti a sequestro preventivo. Tra questi, un pacchetto azionario della Superbeton, una delle aziende del gruppo dei materiali per l’edilizia: «Il Tribunale del riesame», puntualizza l’avvocato Barolo, «ha revocato il provvedimento di sequestro azioni a carico di Superbeton: oggi non grava alcun provvedimento». Da questa tempesta, insomma, il gruppo conta di uscire assolutamente integro. Quello che la Procura configura come un reato (quantomeno in ipotesi), per i vertici aziendali e per i loro legali è solamente un grosso equivoco dovuto al mancato coordinamento tra l’attività dell’Agenzia delle entrate e quella della magistratura. «Siamo i primi a volere la massima correttezza, e se ci sarà un processo chiariremo», dicono i legali.
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