Grande, aperto e su tre piani nuovo teatro modello Danzica

Il modello a cui ispirarsi è il teatro di Danzica progettato da Renato Rizzi, docente allo Iuav di Venezia: quel teatro è stato presentato l’altra sera dal sindaco Marzio Favero in commissione come opera a cui ispirarsi per il progetto del teatro da realizzare dopo aver demolito l’ex tribunale, un edificio che risale al 1936, edificato per ospitare l’opera nazionale Balilla e poi ridisegnato per essere palestra GIL e nuovamente rimodulato poi per ospitare la Pretura e la sede staccata del Tribunale di Treviso fino alla chiusura avvenuta qualche anno fa.
Il progetto
La scelta è indirizzata verso un teatro studio o teatro sociale con una soluzione riferita all’archetipo dell’anfiteatro, ma con una balconata su tre livelli, in un edificio che potrà svilupparsi su una superficie coperta di 1.000-1.200 m² con una capienza di al massimo 400 posti. Sarà un luogo dotato di spazi a uso didattico ma anche ricreativo, che sottolineino l’apertura e la continuità e non il distacco dal contesto urbano. La formula gestionale emergerà da procedure che coinvolgano fin dall’inizio le commissioni consiliari e le associazioni culturali.
Quattro obiettivi
Il progetto dovrà rispondere a quattro obiettivi: la polifunzionalità, sia pure entro il perimetro ristretto della funzione culturale, per consentire flessibilità d’uso alla struttura come padiglione dello spettatore della cultura; l’esigenza di durabilità, ovvero di resilienza agli usi di utenti diversi; il ridotto costo di esercizio sia in termini di consumo energetico sia di manutenzioni ordinarie e straordinarie; riguardo al modello gestionale ci si richiamerà alla formula del teatro sociale.
Il sindaco
«L’idea che va a prendendo corpo – spiega il sindaco Marzio Favero – è quella di puntare alla realizzazione di un teatro studio: una “scatola tecnologica” che potrebbe avere anche un guscio in cemento armato con una progettazione architettonica in dialogo forte con contesto, contenente una cassa acustica in legno, con la platea sormontata da tre gallerie, senza logge, ciascuno a due ordini di gradoni, e un palco mobile avanzato verso il parterre e servito da una torre scenica adeguata alle attività propriamente teatrali, concerti, convegni, opere liriche per organici ridotti. Si tratta di una soluzione ibrida fra due forme tipiche: il teatro di tradizione italiana e quello shakespeariano ed entrambe prevedono la presenza di gallerie. La possibilità di togliere o inserire le sedute dalla platea permetterebbe di utilizzare il luogo per finalità diverse: spettacoli contemporanei, feste, esposizioni, per l’allestimento delle quali si potrebbe utilizzare in combinato disposto, il percorso delle gallerie. Si aggiunga la possibilità, oggi sperimentata anche nei teatri di maggior riferimento a livello europeo, di ricorrere alle tecnologie digitali della multivisione». —
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