Gli ultimi sopravvissuti nelle strade di Treviso. In viaggio con i rider tra consegne e coprifuoco

Il boom delle consegne a domicilio traina la crescita a doppia cifra delle aziende del settore: «Un salvagente contro la crisi occupazionale» 

le storie

Pausa pranzo, ore 13, città deserta, fame. La febbre da “delivery” si manifesta così: con l’impulsiva necessità di mettere qualcosa sotto i denti mentre si è in ufficio, oppure a casa, in telelavoro. Fuori, nel centro storico. Le strade sono quasi vuote. I bar e i locali sono aperti a macchia di leopardo: da lunedì siamo in piena zona rossa, e si vede. Il consumo sul posto è severamente vietato, solo asporto.

Il boom delle consegne a domicilio si inserisce in questo periodo di “clausura” imposta via dpcm, ma vale anche alla sera, dopo il “coprifuoco”, quando ci si ritrova sul divano, con il frigo vuoto, i supermercati ormai chiusi, poca voglia di cucinare.

Scatta la ricerca: menu di ogni tipo sono a portata di telefonino, anche i meno tecnologici ormai si sono attrezzati. Questo progressivo cambio di abitudini ha ormai decretato il trionfo del settore delle consegne a domicilio, in inglese “delivery”.

Quelli che una volta chiamavamo “fattorini” oggi sono “rider”. In questo periodo hanno a disposizione strade e vicoli vuoti per scorrazzare liberamente in città, in macchina o in bicicletta, con i loro borsoni termici, spesso marchiati. Ci siamo messi idealmente sulle loro tracce.

borini agenzia foto film treviso ditta consegna cibo delivery
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il nuovo mercato

Foodracers, Vorrey.it, Just Eat, Deliveroo sono i principali operatori che a Treviso, si contendono questo nuovo mercato in vertiginosa crescita. Lo scenario è eterogeneo. Ci sono consolidate imprese locali, qualche start up e i colossi multinazionali. Insomma c’è l’imbarazzo della scelta. Negli ultimi anni questo settore ha avuto un vero e proprio boom, si è strutturato, l’offerta è diventata “scalabile”, grazie alle applicazioni web, e ha iniziato ad espandersi. L’evoluzione di questo “mondo” comprende la gestione online delle “comande” e dei pagamenti, la logistica, le modalità di trasporto. I modelli di business non sono tutti uguali: c’è chi sostanzialmente mette in “vetrina” i locali affiliati, demandando poi alle singole attività l’attività di consegna, chi stipula accordi di esclusiva, chi richiede una disponibilità fissa di orario, chi fa lavorare a chiamata.

l’offerta

Ai tradizionali cartoni delle pizze, quelli che ormai viaggiano dal forno alle tavole di casa da tempo immemore, si aggiungono pietanze di ogni tipo: sushi, cibo messicano, indiano, club sandwich, hamburger, kebab, anche primi, zuppe e piatti di pesce. Le consegne a domicilio non sono più un’esclusiva del cosiddetto “street food”. Di più: per gli irriducibili dell’aperitivo c’è anche la nuova app Winelivery che consegna cocktail già miscelati, oppure bottiglie di vino e superalcolici. Per le famiglie non manca (specialità di Foodracers) il servizio merenda: dolci e gelati per coprire anche la fascia pomeridiana.

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i rider

Alla base di questa piramide rimangono loro: i nostri rider. Non è più un passatempo per studenti, ma un vero e proprio lavoro, un salvagente nell’anno della crisi. A Treviso il decano di questo piccolo “esercito” in costante movimento è Gianni Paganessi: impossibile non notarlo nei suoi infiniti spostamenti su e giù per le vie del centro. Usa la bici, borsa sul porta pacchi posteriore e tante pedalate: da “over 60” si tiene in forma percorrendo fino a 60 chilometri al giorno. È “affiliato” ormai da un anno a Foodracers, uno dei leader di mercato in città. Le traiettorie ciclistiche di “Gianni” in questo caso si incrociano con quelle di un altro collega, Mauro Cestonaro, rider da due mesi, con Vorrey.it, altra giovane realtà Made in Treviso. Faceva il personal trainer, con le palestre chiuse, da un anno a questa parte si è dovuto reinventare. La preparazione atletica non gli manca di certo. Le consegne nemmeno. —



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