Gli offrono frutta, ma è una truffa Caccia alla “banda delle arance”

ODERZO. Tornano in azione i truffatori “della cassa di arance”. La tecnica è sempre la stessa, bloccano le persone, offrono casse di arance ma poi estorcono denaro e scappano. L’ennesimo episodio si è verificato ieri, a Oderzo, nel piazzale davanti alla Coop. Ecco il racconto della disavventura, già segnalata ai carabinieri: «Verso le 12 mio papà, anziano, è stato bloccato al parcheggio del “Fresco e Vario” da un furgone bianco con due persone a borso. Una è scesa e ha fermato mio padre con la scusa di salutarlo, dicendo di conoscerlo. L’uomo ha detto di essere il figlio dell'imbianchino russo che lui avrebbe dovuto conoscere. Mio papà non conosce nessun imbianchino russo, ed è rimasto sconcertato. Ma nel frattempo i due hanno tirato fuori una cassa di arance dicendo che gliela regalavano. Poi hanno aggiunto altra verdura e gli hanno chiesto 15 euro». Il figlio del derubato continua la sua denuncia: «Mio papà aveva solo 50 euro, preso alla sprovvista li ha tirati fuori. Il malfattore, anziché dargli il resto si è incassato tutto ed è sparito; mio papà è rimasto sconcertato dalla velocità in cui si è svolto il tutto e quando ha realizzato di essere stato truffato era troppo tardi». La segnalazione è stata postata su Fb con l’intenzione di avvertire la cittadinanza, perché la tecnica di questa truffa è stata usata molte volte, a Oderzo, anche di recente. In dicembre un episodio analogo ha coinvolto Beppo Tonon, titolare di Ca’ Lozzio e maestro intagliatore di frutta. Un uomo aveva finto di essere un conoscente di Tonon e ha finto di regalargli della frutta in cambio di pubblicità. Salvo poi insistere che gli venisse pagata. La figlia di Beppo, Elena, ha detto: «Il tipo aveva fermato mio padre dicendo di conoscerlo, voleva regalargli una cassetta di frutta in cambio di pubblicità per il suo nuovo negozio aperto a Oderzo: ovviamente il negozio non esisteva». Lo sconosciuto, aperto il bagagliaio dell’auto di Tonon, lo aveva riempito di frutta. Poi però aveva chiesto denaro. «Mio papà è rimasto spiazzato perchè il tipo diceva di essersi sposato nel nostro ristorante, alla fine la cosa si è risolta col pagamento di 20 euro».
Giuseppina Piovesana
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