Gli ex presidenti: basta polemiche

MONTEBELLUNA. «Non è bello gettare fango sul Palio. Adesso non mi piace più e se continua così diventa tutto una porcheria», lo dice con amarezza Gino Gaffo, ripetutamente presidente del Palio sia quando a gestirlo erano i Selese sia quando è passato in mano all’Ente Palio. Era presidente anche quando c’è stato il concerto a Castelbrando messo sotto accusa per costi e luogo dall’attuale presidente Nicola Palumbo. «Avevo trovato già tutto fatto», dichiara, «ma c’erano vari sponsor e non ha creato debiti». L’accusa fatta da Palumbo è di incapacità gestionale e inefficienza. «È una brutta definizione», replica Gaffo, «ma noi non abbiamo lasciato tutti quei debiti. In ogni caso se Palumbo ora si lamenta dei debiti poteva fare a meno di pagarli. Inutile che ora si faccia bello con il risanamento del debito. Noi abbiamo lasciato all’Ente Palio un capitale in dipinti, veri pezzi unici, è un patrimonio che rimane e non abbiamo mai preteso nulla. In ogni caso ha sbagliato chi ha lanciato il sasso e poi nascosto la mano provocando la reazione di Palumbo». Un invito a smetterla con le polemiche arriva anche da Silverio Zaffaina: lui è stato presidente del Palio i primi due anni, nel 1990 e nel 1991, dopo ha lasciato perché eletto sindaco. E con la gestione dell’Ente Palio non ha avuto mai nulla a che fare. Ma è uno dei padri nobili della manifestazione. «È meglio per tutti che venga posta una pietra sopra e si lasci lavorare tranquillamente chi lavora», afferma Silverio Zaffaina, «Io sono stato presidente i primi due anni e non avevamo lasciato alcun debito, bensì strutture che vengono usate ancora oggi. Non voglio entrare nelle polemiche, ma la cosa migliore da fare in questi casi per Palumbo è essere superiori a certi discorsi se vuole avere il carisma e la responsabilità per fare il presidente del Palio, altrimenti è meglio che lasci perdere». Un richiamo a rinfoderare le armi arriva pure dal sindaco Marzio Favero: «Tutti questi clamori sul Palio sono contrari allo spirito della manifestazione che ha il compito di unire la città, non dividerla in fazioni contrapposte. Capisco l’ira dell’attuale presidente Nicola Palumbo perché ha ricevuto un insulto inaccettabile, tuttavia l’ira è una cattiva consigliera. Ricordo a tutti che senza i Selese e lo stesso Edo Cornuda, fra cose riuscite e altre meno, oggi non avremo questa manifestazione. La scelta di una correzione di rotta è avvenuta prima dell’arrivo di Palumbo. Nicola è arrivato dopo, scelto dallo stesso Edo Cornuda come suo consulente collaboratore. La necessità di una svolta forte poi indusse Edo a rinunciare alla presidenza che nello stato di emergenza venne conferita a Nicola Palumbo che bene ha gestito le ultime due edizioni, risanando prima del previsto il debito. Proprio il risultato ottenuto ha consentito di salvare la manifestazione».
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