Gli eroi del Molinetto: no alle medaglie

«Non siamo eroi, non vogliamo nessun riconoscimento». Così gli “Omi” del 2 agosto, rappresentati lunedì scorso da Maurizio Bernardi, hanno annunciato al presidente della Provincia, Leonardo Muraro, di non accettare alcuna Medaglia d’oro al merito civile, onorificenza proposta dalla stessa giunta provinciale in una delibera approvata lo scorso 13 ottobre. Una delibera finita nella bufera, perché nessuno, all’interno della stessa giunta di Sant’Artemio, ricordava di averla approvata: «In ogni caso», ha spiegato Muraro, «è sospesa, per volontà degli stessi “Omi”». Un giallo che non cancella le intenzioni degli amici del 2 agosto, determinati a ragionare come “squadra”, senza che qualcuno si prenda più meriti di altri. Tutti, quella notte, hanno fatto il massimo per salvare più persone possibile: sarebbe illogico premiare qualcuno e dimenticare altri.
Nella delibera contestata, approvata in una riunione di giunta cui risulterebbero presenti tutti e sette gli assessori, si fanno i nomi di Enrico Casagrande, Daniele Padoin e Adriano Stella. Tre dei partecipanti a quella festa maledetta, per i quali la Provincia spende parole di elogio: «Si ritiene di riconoscere pubblicamente il valore delle azioni e del coraggio dimostrato». Nel documento, vengono ricostruiti gli attimi drammatici di quella notte (FOTO), in cui i tre protagonisti, con mezzi di fortuna e tanto coraggio, riescono a salvare (strappando dall’acqua e dal fango, o aiutandoli a scendere dagli alberi) numerosi loro commensali.
È a questo punto, però, che gli stessi protagonisti sollevano qualche perplessità: la ricostruzione dei fatti non sarebbe esatta. Per chiedere spiegazioni a Muraro, lunedì lo ha incontrato Maurizio Bernardi, l’organizzatore della Festa: «Nessuno sapeva niente di quella delibera, non capiamo da dove sia uscita. Ho chiesto e ottenuto di poter parlare a Muraro, e gli ho spiegato che nessuno è stato un eroe quella sera. Tutti hanno fatto quello che hanno potuto. Io avrei voluto fare di più, ma non ce l’ho fatta. Abbiamo visto morire quattro amici in un colpo solo».
Alla fine, nessun riconoscimento, come spiega il presidente Muraro: «Ci eravamo attivati informalmente per capire chi poteva essere proposto per un’onorificenza. All’inizio era stato fatto il nome di un medico, ma non si può, perché è nel loro codice deontologico il dover intervenire in casi di necessità. Quindi avevamo aggiunto altre persone, e predisposto gli atti. Gli stessi “Omi”, però, ci hanno fatto presente che non vorrebbero alcuna medaglia, e per questo, d’accordo con i sindaci di Refrontolo e Pieve, quella delibera sarà sospesa». Resta confermata, invece, la richiesta di un riconoscimento per le altre tre persone, che non erano presenti alla cena ma sono le prime a essere intervenute sul luogo del disastro: i fratelli Fabrizio e Massimo Lorenzon, residenti in via Molinetto, e il vigile del fuoco Roberto Bechevolo.
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