«Giù l’ultimo falso mito: la serietà leghista»

VITTORIO VENETO. «La pronunzia della Corte dei Conti smaschera l'ultimo falso mito delle amministrazioni comunali leghiste: quello della serietà e dell'efficienza». A sostenerlo è Maurizio Castro, presidente di Ncd a Vittorio Veneto. in un intervento a commento della sentenza della Corte dei Conti.
«Non solo non hanno mai coltivato nessuna coerente strategia per la Città, e quindi non hanno mai generato nessun progetto propulsivo per l'economia e per la società vittoriese, ma sono persino goffamente incespicate nell'ordinaria gestione. Né poteva essere altrimenti: rifiutando con tenacia ogni confronto trasparente con le altre forze politiche, militarizzando il management pubblico nel nome della fedeltà e non della competenza, rifiutando ogni collegamento istituzionale con gli enti e gli organi che non fossero di stretta osservanza padana, i risultati sono lo sforamento del patto di stabilità, il ricorso avventuroso a strumenti finanziari di traballante affidabilità, un contenzioso asfissiante con tutti gli interlocutori non asserviti, dai comitati ai conventi, dalle imprese agli espropriati, dalle sovrintendenze ai magistrati di controllo. Finisce davvero in modo cupo, questo quindicennio insieme opaco e slabbrato: e sarà ricordato come una stagione sterile e regressiva». Si pone con urgenza un tema culturale, se non antropologico: Vittorio deve ritrovare la sua identità tradizionale, dentro l'orizzonte di una politica vivace ma amichevole, competente, leale, saggia. Non ne se può più di questa Vittorio sempre incazzata, che sbaglia sempre ma sempre scarica la colpa su qualcun altro, che fa poco e molto protesta, che si è andata paradossalmente "meridionalizzando" in termini di condotte pubbliche. Serve un patto fra tutti i vittoriesi di buona volontà, per ritrovare l'eleganza e la passione insieme, il prestigio e la sobrietà insieme, che segnarono lo sviluppo cittadino dalla sua fondazione alla fine degli Anni Sessanta», conclude Maurzio Castro, «Dai crateri vuoti che costipano e angosciano l'abbrutito skyline vittoriese, emerga una fase costituente per la città liberata, riempiendola di idee e di speranze».
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