Giro d'Italia, tre giorni con i big: super passerella verso il gran finale

Domani, 18 maggio,  il passaggio nel Padovano ed epilogo ad Asolo. Giovedì la Noale-Bibione. Sabato c’è il tappone bellunese 

TREVISO. Arriva. Domani, 18 maggio, il Giro d’Italia numero 99 attraversa il Po all’ora di pranzo e rimarrà in Veneto per tre giorni, su quattro, 619 chilometri in tre tappe che lasceranno un segno molto profondo sulla classifica finale ora guidata dal bassanese Gianluca Brambilla della Etixx-Quick Step. Lo spettacolo sulle strade di casa nostra comincia con la Modena-Asolo di 227 chilometri, la terza frazione più lunga del Giro Rosa. Ingresso sulle strade di casa nostra a Ficarolo (Rovigo) per poi solcare il Padovano attraverso Piacenza d’Adige, Este, Crosara, Vo, Bastia-Rovolon. Sconfinamento nel Vicentino e ritorno nel Padovano a Piazzola, Campo San Martino, Villa del Conte (traguardo volante), Abbazia Pisani e San Martino di Lupari dove Rino Baron, volto noto nel ciclismo e nel calcio, ha allestito i festeggimenti per il passaggio degli atleti. Nel Trevigiano gli ultimi chilometri della tappa attraverso Castelfranco (Piazza Giorgione), la scalata della Forcella Mostaccin e i saliscendi insidiosi degli ultimi 20 chilometri fino ad Asolo.

Probabile un colpo di mano. Giovedì velocisti all’arrembaggio da Noale a Bibione: un’indigestione di pianura in vista delle salite che da venerdì alla fine del Giro spremeranno i muscoli di chi vuole indossare la maglia rosa a Torino. Via da Noale alle 13, quindi il passaggio per Santa Maria di Sala dove abitava l’azzurra della Top Girls Chiara Pierobon, il passaggio per Mestre e sconfinamento nel Trevigiano per 70 chilometri. Passaggio in città davanti la sede dell’Unione Ciclisti Trevigiani, quindi il traguardo volante a Ormelle sede della gloriosa Borgo Molino Rinascita. Dopo Oderzo e Motta, ingresso nella provincia di Venezia da Annone, Portogruaro (traguardo volante) e l’arrivo a Bibione a distanza di 16 anni dopo 182 chilometri. Venerdì tappa tosta friulana da Palmanova a Cividale.

Da sabato si fa sul serio. La Farra d’Alpago-Corvara di 210 chilometri è un condensato di salita allo stato puro. Da Arabba (traguardo volante) la strada prende a salire con la sequenza dei Passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo, prima di affrontare il temibile Passo Giau, spauracchio dei ciclisti. Picchiata verso Pocol, prima di tornare a salire a quota 2.200 metri di Passo Falzarego-Valparola. La strada scende verso San Cassiano, ma il finale verso Corvara, lievemente in ascesa, non perdona. Una tappa dove si saprà chiaramente chi non vincerà il Giro d’Italia, visto che nell’ultima settimana ci sarà da grondare sudore, e parecchio, nelle tappe di Risoul (con il Colle dell’Agnello, Cima Coppi) e Sant’Anna di Vinadio (con 4.100 metri di dislivello).

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