Giro del mondo in motorino: Claudio è tornato!

Ieri il ritorno dopo 500 giorni di viaggio da Guinness: Pezzan riabbraccia Torresan e Scooty
Il saluto del sindaco Bonato ieri a Claudio Torresan, rientrato dopo oltre 12mila chilometri di viaggio
Il saluto del sindaco Bonato ieri a Claudio Torresan, rientrato dopo oltre 12mila chilometri di viaggio
CARBONERA. «Ora sono dove voglio essere in questo momento». Con questa parole Claudio Torresan ha riabbracciato la sua famiglia dopo 500 giorni di viaggio attorno al mondo con il suo scooter 50. E' arrivato alle 11.30 davanti alla chiesa di Pezzan, «scortato» da altri due motociclista viaggiatori, lo stesso luogo da cui era partito nel marzo del 2010. E' entrato nel Guinness dei Primati per la distanza più lunga percorsa in sella ad un motorino 50cc, è stato uno degli inviati di Caterpillar, ma soprattutto ha cambiato sé stesso, vivendo l'esperienza più bella della sua vita.


«Quando sono arrivato a poche centinaia di metri da qui - ha detto, appena smontato dal suo scooter - mi è scesa una lacrima. Solo in quel momento ho realizzato che il viaggio era veramente finito. Ma l'ho trattenuta e ora sono felice. Ogni cosa ha un inizio e una fine, e ora sono nel posto in cui vorrei essere». Altre sfide? Per il momento non ci pensa, ma certo dopo una tale esperienza non sarà così facile non riprovarci, «dipenderà dalle esigenze», spiega. E' arrivato fino ai confini con la Cina, attraversando ex Jugoslavia, Bulgaria, Romania, Grecia, Turchia, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan e Kazakistan: 12.441 i km percorsi tra la Bulgaria e Almaati in Kazakistan che gli sono valsi il Guinness World Record. Avrebbe voluto entrare in Cina, ma la Repubblica Popolare impedisce l'ingresso di qualsiasi mezzo a motore con targa straniera. Ha dovuto cambiare rotta. E allora ha caricato Scooty (questo il nome dato al motorino) sull'aereo per atterrare a Bangkok, Indonesia. Poi Cambogia e Vietnam e ritorno in aereo.


«Il primo ricordo che mi viene in mente di questi 500 giorni è il giorno in cui ho incontrato i due ragazzi Tajiki - racconta - mi hanno portato dalla loro famiglia, che mi ha accolto nonostante non sapesse assolutamente nulla di me. Mi hanno portato al matrimonio, ho assistito a tutti i festeggiamenti, compreso il sacrificio dello yak. Non lo dimenticherò mai». Ieri a Pezzan c'era una sessantina di persone ad accoglierlo: il sindaco, familiari e amici.

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