Gin, parte da Treviso la sfida «speziata» ai grandi marchi

Undici spezie, la dodicesima camuffata e tenuta segreta. Distillato due volte e poi infuso a freddo. Tutte rigorosamente esotiche provenienti da Africa e India. Un sapore assolutamente nuovo, inedito, inatteso per il settore e per gli stessi habitué di superalcolici e cocktail. Tanto che la stampa e la critica specializzata hanno già cominciato a discutere.
Parte da Treviso la sfida del primo gin premium italiano. Il «Marton’s Gin», accento volutamente non veneto per dare un tocco di internazionalità. La distilleria a Bassano, società e quartier generale a Treviso. Roberto «Roby» Marton, imprenditore del settore beverage, contitolare di bar di tendenza, è partito in sordina, quasi un anno fa. E assieme al fedelissimo Luca Grilletti, meglio noto come Grillo, sta sbarcando sui mercati spagnoli, belgi, e ora guardano con interesse all’est, dove stanno sondando Praga e la Repubblica Ceca. In Italia, nei locali cool di Milano, Rimini, Bologna
Quasi due anni di lavoro, per arrivare alla «ricetta» giusta. Con mille assaggi che hanno impegnato il naso e il palato di Marton, dello stesso «Grillo», barman c he va per la maggiore a Treviso, come dimostra il successo dei suoi stand, sia indoor che «outdoor», vedi i chioschi sulle mura nelle ultime edizioni di Suoni d i Marca. E adesso il lancio in grande stile.
Il gin è proposto nella versione pura, ma soprattutto come nuovo sapore del gin tonic, in abbinata con un’acqua tonica appositamente importata da Barcellona, la Ledger’s, aromatizzate e dolcificate con la stevia. Dicono che a Treviso alcuni assi dello sport lo stiano cercando persino come aperitivo (alla faccia dei 49 gradi, in ogni caso in modica quantità). Tra gli amanti del gin si è aperto il dibattito: nessuno discute il sapore «rivoluzionario», ma ci sono già due schieramenti. Chi è rimasto folgorato dalla novità, e chi, soprattutto fra i custodi dell’ortodossia, definisce «troppo innovativo» questo gin di Marca. In ogni caso, questo gin vuole confrontarsi direttamente con i brand più famosi, e in una congiuntura che certo non vede l’alcol, in particolare i superalcolici, beneficiare di grandi consumi.
«Vogliamo collocarci fuori da ogni standard industriale, e puntare su gusto innovativo e qualità», dice Marton, «e lo vediamo soprattutto con il gin tonic che sta spopolando. A differenza di altri distillati, il gin ha un gusto e dev’essere di primissimi qualità».
Questo gusto, con liquirizia e agrumi e altre spezie? «La liquirizia è stata sempre una mia passione, credo che il suo gusto sia unico, e soprattutto molto italiano. Adesso vogliamo provare a collocarci adeguatamente nella ristorazione stellata e nei locali più esclusivi».
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