Giallo sulla fine di Michele Peroni Indagini su cinque operai di Fassa

La sede di Montichiari di Fassa Bortolo e Michele Peroni
La sede di Montichiari di Fassa Bortolo e Michele Peroni
 
SPRESIANO.
Si indaga su cinque operai per la morte di Michele Peroni, operaio 27enne residente nel Bresciano trovato morto da un collega alle prime ore dell'alba del 12 agosto all'interno dello stabilimento di Montichiari della «Fassa Bortolo» di Spresiano. Secondo gli investigatori il killer potrebbe essere proprio un collega. Non esclusa la pista passionale.
 Dopo quindici giorni di indagini, avrebbe le ore contate l'autore del delitto che ha visto vittima Michele Peroni, l'operaio trovato ucciso all'interno dello stabilimento bresciano della nota azienda trevigiana. La vittima è stata freddata con un colpo di pistola alla nuca. Abbandonata l'ipotesi di suicidio, secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Michele Stagno, il delitto sarebbe stato consumato all'interno dell'ambiente di lavoro da una persona che conosceva bene la fabbrica, sapeva come muoversi, come entrare senza essere ripreso dalle telecamere. Per questo ora gli inquirenti indagano sui cinque colleghi che avevano lavorato assieme a Michele Peroni la notte del fatidico 12 agosto. Sottoposti a «guanto stub» un 45enne di Castelmella, unico presente la notte del delitto e i quattro operai del turno precedente, che hanno lasciato l'azienda alle 22 dopo essersi cambiati nello spogliatoio. Il test consente di verficare residui di polvere da sparo. Effettuato inoltre il test del Luminol all'interno delle auto degli indagati e nel pavimento dello spogliatoio: secondo quanto emerso finora la sostanza avrebbe reagito solamente al primo. Tuttavia l'indizio non sarebbe sufficiente a suffragare l'ipotesi della presenza di tracce ematiche in quanto la reazione potrebbe essere stata causata da alcuni detergenti utilizzati per la pulizia dell'ambiente. Posti sotto sequestro anche gli abiti del 45enne, su cui non sarebbero state rinvenute, almeno per il momento, tracce di sangue. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia e della compagnia di Desenzano hanno interrogato più volte i colleghi di lavoro della vittima senza per ora riscontrare contraddizioni, ma le indagini proseguono. Parallelamente non viene trascurata l'ipotesi della «pista passionale», secondo la quale il 27enne bresciano, descritto come un giovane particolarmente avvenente, privo di legami impegnativi, potrebbe essere vittima di una vendetta per una vicenda «rosa». Stando alle dichiarazioni delle autorità scientifiche, martedì si dovrebbe fare luce sul mistero del giallo che ha coinvolto l'operaio. La direzione spresianese della società finora ha ritenuto di non commentare l'accaduto.

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